ROCKY HORROR F.S.- Sciogli il tempo

ETICHETTA | Protosound Records

GENERE | Crossover

ANNO | 2015

Vi è mai successo di essere così tanto arrabbiati con il mondo che non riuscite ad ascoltare alcun tipo di musica, se non quella cattiva, aggressiva, potente? La band giusta per voi sono i Rocky Horror F.S. con il loro nuovo album Sciogli il Tempo.

Con il loro terzo lavoro, la band non abbandona il crossover che lo ha sempre caratterizzato, piuttosto con il tempo la loro maturazione ha portato ad un miglioramento tecnico ed a testi con una profondità disarmante. L’album vuole essere una critica alla società moderna, che ci rende tutti omologati e uguali. Ogni testo ci spinge alla rivoluzione personale, all’emancipazione da questo mondo uniforme; la band ci chiede di gridare forte, di lottare per una società diversa e migliore. In questo album hanno collaborato in primis Pino Scotto e Dj Blast, per non parlare di Ru Catania (Africa Unite), Nico Mudù (Suoni Mudù), Vince Carpentieri (ex Almamegretta), e molti altri.

L’album parte con un brano dal titolo un po’ antitetico rispetto a quello dell’album, “Non c’è tempo”. Subito il ritmo dell’intero disco si fa sentire e la voglia di pogare è tanta, ma a sorpresa dopo due minuti e mezzo ci sorprendono con note dolci. Strano ma vero. Il testo è molto significativo, soprattutto se interiorizzato dall’ascoltatore, poiché parla di un futuro precario, di una situazione senza speranza. Si passa poi alla seconda traccia, “Sai com’è”, che continua con toni forti e aggressivi e lascia più spazio agli strumenti che alla voce. Segue poi “Quello che è perduto”, essenza della rabbia e della delusione. Non solo attraverso le parole, ma anche la musica trasmette quelle sensazioni.

Quando poi passa la delusione, rimane la rabbia e ci arriva alle orecchie il quarto brano, “Gridalo forte”. Un inno alla rivoluzione e alla libertà, che prosegue anche il “Stop al panico”. Questo brano tra l’altro viene anche remixato dalla band, dandogli un ritmo di fondo decisamente funky, ed è messo a conclusione del disco. In quinta posizione c’è “Lara vive”, brano che racconta la vita di Lara, e per farlo la band smorza un po’ i toni e ci presenta uno scenario triste e deprimente. A seguire c’è “Ancora non ti basta”, che torna ai toni arrabbiati e cattivi. Molto più aggressivo è “Lo spazio che ci spetta”, che presenta anche vocalizzazioni degne del più cattivo dei metallari. Giungiamo al penultimo brano, “HC”, che smorza la rabbia e anche i toni.

L’alternanza di metal, rock, rap, punk è armonica e non crea confusione, anche se comunque non varia molto il ritmo, se non per qualche particolare diverso in ogni traccia dell’album. Di sicuro è un lavoro ben fatto con testi che parlano davvero al cuore delle persone e fomentano la loro ribellione repressa. Il brano che per me rappresenta l’album è “Quello che è perduto”.

Carmen