PIERPAOLO LAURIOLA – L’ego

GENERE | Cantautorato

ANNO | 2015

 

Pierpaolo Lauriola ci dona il suo terzo lavoro, “L’EGO”, uscito lo scorso 3 marzo. La copertina è opera di Gianluca Paradiso, artwork che doveva essere un quadro di Angelo Pacifico, da cui è nato questo cuore stilizzato. Perché un cuore come copertina?

Insieme al titolo, fa subito capire la tematica generale dell’album: l’ego, l’essere, i sentimenti, il cuore come organo centrale nel prendere le decisioni. Questo lavoro si sviluppa in otto tracce, che toccano le conseguenze che provocano un ego troppo prepotente, ovvero l’allontanamento delle persone, la rottura dei rapporti umani, una silenziosa e triste oppressione dell’altro. Si parte con “Yalla”, traccia ispirata da un racconto breve di Laura Silvia Battaglia. Yalla è una parola araba che vuol dire “su”, “muoviti” e infatti la musicalità della canzone ci tiene un po’ sulle spine, ci mette pressione, ci spinge al movimento frenetico, con un’ispirazione un po’ meridionale, la tarantella, e anche un ritmo da Mille ed una notte. Subito dopo è la volta di “A Varsavia” che ci colpisce appieno con le sue parole, perché succede a chiunque di pensare a quello che potevamo dire e cosa era meglio invece tenere taciuto.

Dalla tarantella alla canzone cantautorale italiana, un passaggio brusco ma che comunque non stona. Dopo due testi italiani, ci coglie impreparati un testo inglese, “The Dreamers”, che già dal titolo ci anticipa questo ritmo così lento e da ninna nanna, con una voce dolce e melodiosa, quasi sussurrata inizialmente, poi più decisa e ancora di nuovo sussurrata. Impossibile non sentirsi coinvolti da questa storia d’amore andata male, di due sognatori che amano ancora alla fine.

Dopo questo framezzo inglese, si torna all’italiano e tocca a “Cantavamo canzoni”, in cui si torna al ritmo tipico del cantautorato con qualche picco nel ritornello degno di un rock arrabbiato. Il testo è di una profondità e tristezza che ben si confà alla musicalità di questo brano.

Vengono anche citate alcune delle canzoni più famose della storia della musica italiana. Dopo questo brano tormentato, torniamo ai toni dolci di “L’avventura”, che parla di viaggi, di scoperte, di limiti e di amore. Quel viaggio di scoperta nel conoscere ogni singolo angolo di una persona, e si scopre anche qualche particolare di noi stessi, che ci era momentaneamente sfuggito. Un ritmo dolce e incalzante accompagna questo testo, ed entrambi ci entrano nel cuore, lasciando un po’ di malinconia.

Ci risveglia però la traccia dopo, “I cantori”, che ci angoscia con un inizio molto tetro per poi passare ad un ritmo di nuovo meridionale, con quel tocco di tarantella e pizzica, che si sente il sole cocente sulla testa mentre ascoltiamo il brano. Un altro cambio repentino di musicalità ci porta al brano “Il mare”, una bellissima similitudine tra il mare vero e proprio e il proprio io, che comunque si intersecano l’un l’altro quando ti ritrovi davanti a quell’immensità blu e verde. Arriviamo alla fine di questo album con “Dentro ad un bicchiere”, che parte con un ritmo malinconico ed più che essere cantato, il testo viene quasi recitato da Pierpaolo. La tristezza e la profondità delle parole di questo brano sono come lame taglienti sul cuore.

Non ci si può sentire esclusi dalla descrizione di quello che viene descritto, perché gli anni passano per tutti e succede a volte di non sentirsi a proprio agio nel posto dove si è. Ci sono quei giorni dove nulla ci soddisfa. Con quest’ultimo brano, il lavoro di Pierpaolo Lauriola mi è penetrato sotto la pelle, lacerandomi il cuore per la miriade di emozioni che mi ha trasmesso e che ha smosso in me. Ha risvegliato tutti e cinque i sensi e mi ha riempito di pensieri. Un album che è impossibile abbandonare dopo il primo ascolto, diventa quasi una droga. Io vi ho avvertito.

Carmen