Fka Twigs e il suo debutto italiano

 

Ammetto di aver partecipato con non poche aspettative e curiosità all’unica data italiana di FKA TWIGS.

D’altra parte il nome di questa ventiseienne, già ballerina e ora cantautrice, continuava a saltarmi fuori, in ogni dove. Ne parlavano i manifesti sciolti dalle piogge della periferia milanese, ne parlava una voce un po’ gracchiante dal cruscotto della mia auto, ne parlava tutto il Fabrique mentre si riempiva all’inverosimile.

Solo 50 minuti di concerto, quattordici brani e qualche manciata di parole rivolte al pubblico, che aspetta fino alla fine a dividersi fra entusiasti e delusi.

FKA TWIGS è colma di sensualità, è lasciva, si fa guardare, balla languidamente. Ma un concerto non dovrebbe essere uno spettacolo per le orecchie? Domina il playback per quasi la totalità del set, la musica passa in secondo piano rispetto al corpo e alla fisicità dell’artista, ben più ballerina che cantante, là sul palco.

Questo tipo di spettacolo, magari con più musica, sarebbe stato più adatto e di maggior impatto in un club, in atmosfere intime, in una pista a fiatarsi sul collo. Me ne vado quindi dal locale con dell’amaro in bocca, anche se posso dire, magra consolazione, di aver visto l’artista del momento.

Vi lascio alla gallery di Stefano che, forse, racconta meglio di me quello che è stato il debutto italiano di FKA.


Annie


Photo by Stefano Brera