LES ENFANTS: il fascino della natura

Chi gironzola per i locali di Milano e della Brianza sicuramente li avrà avvistati. Quattro giovanotti che come nome di battesimo hanno scelto Les Enfants, forse un gioco sulla loro giovane età, forse una dichiarazione d’intenti.
Dalla loro nascita, nel 2008, i ragazzi hanno pubblicato due EP, “Les Enfants” (Via Audio Records) e “Persi nella Notte” (autoprodotto), e collezionato molte date dal vivo, una dimensione che li rende più sfuggenti ai generi rispetto alle prove “scritte”. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Marco Manini (voce/batteria) e Francesco Di Pierro (chitarra) per scoprire il mondo affascinate di questi “bambini”.

Siete degli scout e nei vostri video, così come nei testi, è molto presente la natura. Come riuscite a conciliare la vostra anima urbana e quella naturale nella vostra musica? Quale prevale? A quali compromessi siete scesi?
Marco: “Abbiamo avuto la fortuna di fare forti esperienze a contatto con la natura nella nostra adolescenza ma siamo nati e cresciuti in città. Ogni tanto scappiamo in qualche bivacco in montagna per ricaricare i sogni. Penso che chiunque faccia un’esperienza in montagna o in luoghi “Wild” rimanga affascinato dalla potenza e dal fascino della Natura: spesso in città siamo pieni di stimoli, parole, rumori, persone, siamo sempre collegati ai telefoni, alle continue notifiche e ci perdiamo uno sguardo più ampio sulla vita. È una questione di Panorami, cibo per gli occhi e per l’Anima”.

Al momento avete all’attivo due EP, come state affrontando la registrazione del vostro primo disco? Come vivete questo percorso?
Francesco: “Stiamo lavorando su pezzi nuovi, ci stiamo prendendo tutto il tempo che serve. Per ora abbiamo solo canzoni in movimento, senza nome, con testo e struttura provvisori. Cercare di suonarli è divertente! Una nostra conversazione-tipo in sala prove: “Rega dal PunCià prima del Prenderò”, “No proviamola già sullo spalmone”, “Eh?”,”Ok, facciamola da capo””.

Vi ritenete una band emergente? Che significato ha per voi questa parola?
Marco: “Emergente mi da l’idea di qualcuno che vuole arrivare al “successo”, a noi piace l’idea di sperimentarci, di divertirci, di suonare in giro, se poi la cosa andrà bene e piacerà, tanto meglio. Sicuramente non siamo conosciuti dal grande pubblico Italiano, ma neanche alle prime armi. Abbiamo un piccolo pubblico molto affezionato che abbiamo creato suonando in giro, persone che ci hanno visto per caso e sono rimaste colpite dal live e hanno iniziato a seguirci. Vogliamo sicuramente continuare a migliorarci ed espandere il nostro pubblico”.

Qual è il brano a cui siete più legati, valgono anche gli inediti. In tal caso raccontateci brevemente la genesi del pezzo e più o meno come suona.
Francesco: “Milano è un pezzo che è cresciuto con noi, lo suonavamo già alle feste del liceo con due tastiere giocattolo Casio e la batteria. È sicuramente uno dei miei preferiti”.

Se doveste definire l’entità Les Enfants, come la descrivereste?
Marco: “Come un Orso che cattura i Salmoni nel fiume”.

Orbitate su Milano e Brianza, credete che rispetto ad altre band questo vi dia più occasioni per suonare e per farvi notare dal pubblico, anche grazie a serate come Linoleum e locali come il Circolo Magnolia?
Marco: “La Brianza è un luogo fantastico pieno di opportunità, luoghi per suonare, ragazzi interessati alla musica, quasi ogni “paese” (alcuni contano anche 50.000 abitanti) ha il suo locale, il suo festival; è un mondo a parte pieno di opportunità. Sotto certi aspetti la Brianza è più attiva musicalmente rispetto a Milano. A Milano un’organizzazione come Linoleum ha dato e continua a dare una vera boccata d’aria alla musica suonata, ciò che hanno tirato su è qualcosa di davvero fantastico. Mi auguro che siano sempre di più le serate organizzate da ragazzi per ragazzi con musica live. W Linoleum. L’impressione generale che ho “sguazzando” in questo ambiente è che ci sono davvero tanti gruppi bravi in giro, che si impegnano, creano materiale davvero interessante. Un po’ mi fa arrabbiare il fatto che si guardi sempre all’estero per cercare musica nuova senza concentrarci su ciò che abbiamo qua. È un atteggiamento tipico Italiano, è un modo di pensare che non ci fa bene”.

Idee chiare e tanta musica ancora da scrivere e suonare. I “bambini” sembrano pronti a crescere ma senza perdere quell’incanto tipico dell’infanzia. Ci aspettiamo grandi cose.

Amanda