“È un momento difficile, tesoro” come racconta il nuovo album di Nada

A tre anni di distanza da Senza un perchè, è uscito venerdì scorso per Woodworm label il nuovo album di Nada dal titolo È un momento difficile, tesoro: 10 tracce scritte interamente dall’artista livornese, prodotte (e in larga parte suonate) da John Parish, già collaboratore anche di PJ Harvey, Afterhours e KT Tunstall.

Proprio nei confronti della collaborazione con il musicista inglese la cantautrice si è mostrata particolarmente entusiasta dichiarando: “è stato l’avverarsi di un desiderio che nutrivo dall’ultima volta che avevamo suonato insieme; con amicizia e qualche mail si è trasformato infine in una bellissima realtà.” Realtà resa possibile da un mese di convivenza al Playpen studio di Bristol, con Marco “Quercia” Tagliola oltre ad amici e musicisti di tutto il mondo che giravano lì intorno. È passato Howe Gelb con cui abbiamo bevuto birra, poi Pete Judge dei Portishead con cui abbiamo bevuto altra birra e che ha suonato la tromba in tre canzoni. E altri amici e amiche.”

A 50 anni dal primo successo (e che successo!) di Ma che freddo fa, Nada dimostra ancora di emozionarsi per questo nuovo album, il 19° in studio, di una carriera lunghissima, costellata di successi e anche qualche delusione. E in questo album c’è tutto.

Come spiega benissimo la track title È un momento difficile, tesoro, la prima dell’album che fa da premessa all’album e racchiude in sè il senso di tutto il disco. Il testo recita “ho troppe cose ma nessuna che mi tiri su, nessuna che mi tiri su. E’ un momento difficile, tesoro” sottolineando quello che sarà il tema centrale dell’album ovvero la ricerca di calore umano e di valori e sentimenti anche a discapito del proprio interesse materiale, argomento quanto mai attuale.

La musicalità dell’album ricorda molto la Nada d’annata, impronta personale importante in un disco scritto probabilmente più per necessità di esprimersi che per ricerca di consenso, perchè per raccontare sè stessi non bisogna cercare di assomigliare a nessuno.

Un album che parla di opposti, di vita e di morte, di entusiasmo giovanile e di consapevolezza adulta. di amore e solitudine, di ricerca e di ritrovamenti.

Due canzoni sul rapporto con i genitori (All’ultimo sparo e O Madre) che raccontano come il tempo trasformi i figli in padri, destinati a ripetere gli stessi errori, e le figlie in madri, capaci di perdonare i dissapori del passato.

Due anche i brani sull’amore perduto, il singolo che anticipa l’album Dove sono i tuoi occhi e Due giorni al mare, dove la malinconia che percorre un po’ tutto il disco si percepisce maggiormente. La ricerca di qualcosa per riempire il vuoto lasciato da un amore che non c’è più: un viaggio, uno sguardo o semplicemente una speranza che diventi ragione di vita

Non si tratta però di un album triste, ma di un lavoro intenso, c’è sempre una speranza, da questa parte del cielo o dall’altra “dove nascere e morire è lo stesso” (come recita Stasera non piove) o magari in un’altra forma di vita (Disgregata).

Alle volte bastano dei Lavori in corso con cui mettere mano alla propria vita correggendo la traiettoria già disegnata dal destino, perchè siamo Macchine viaggianti e anche se alle volte sembriamo essere persi nello spazio infinito è il nostro singolo viaggio quello che vale la pena di fare.

L’importante è non arrendersi mai, come L’angelo caduto dal cielo disperso, come spesso capita anche a noi, in un mondo nel quale non sa orientarsi ma che continua a cercare l sua strada.

E la strada prima o poi si trova, come ci dice la stessa Nada: “Non mi è mai capitato in tanti anni di finire un disco e di essere fino in fondo soddisfatta. Oggi lo sono e questa soddisfazione mi rende felice. Questo disco, che forse non è affatto divertente, rende felici.

Un album che non lascerà probabilmente delusi i fan di vecchia data ma che ha nella modernità della visione della vita e del mondo che ci circonda la carta per raggiungere anche nuovi ascoltatori.