KILLER SANCHEZ – Ruggine

 

ETICHETTA | Autoprodotto

GENERE | Blues /Progressive Rock

ANNO | 2015

Lasciate da parte la sobrietà e la compostezza ed immergetevi nella Milano underground, tra i locali nascosti nelle vie, i live sudati e l’odore di fumo impregnato sui vestiti. I Killer Sanchez nascono qui.

Il gruppo si forma nel 2012 dall’unione di Gabriele (voce), Sebastiano (chitarra), Domenico (chitarra), Giorgio (basso) e Luca (batteria). Il loro EP è uscito l’11 maggio e si intitola “Ruggine”. Il disco è un concentrato di rock and blues estremamente tagliente composto da cinque pezzi ben amalgamati tra loro.

Apre le danze “Un po’ di niente”, una piccola perla per gli amanti del prog rock e dei Queens Of The Stone Age. Il pezzo è  un flusso costante di sonorità stoner  che si si intrecciano alla voce del cantante, a volte graffiante a volte più pulita e profonda. Abbandonate le atmosfere rarefatte e febbricitanti ci ascoltiamo il secondo pezzo: un’esplosione di blues americano che riporta la mente  indietro nel tempo (o meglio, ci fa immaginare).  Siamo nei Sixties americani, all’interno di un vecchio locale tra i sobborghi di Chicago. “Volevo solo vedere qualcosa di bello morire” è un cocktail di riff distorti e schizofrenici da bere tutto d’un sorso. Risuona il cantante –  poeta maledetto, che sul ciglio del precipizio si augura di sprofondare nel vuoto. La realtà forse è fin troppo soffocante.

Prosegue sul filone del blues rock anche “Dani”, il terzo pezzo, coerente stilisticamente anche con il resto dell’EP. “Ruggine”, il quarto brano è una ballata lenta e romantica nel nome del peccato e dell’amoralità. Protagonista è la donna amata che resta al centro dei pensieri anche nel pezzo di chiusura del disco: “Lei ha il diavolo dentro”. La fèmme fatale miete vittime e trafigge i cuori con una lama tagliente e viaggia sulle lente note della chitarra elettrica. Non si può fare a meno d’essere trascinati dal vortice che si genera tra la strumentazione e la voce, inghiottiti dal suono, fino a sentirne solamente le ultime stremate note di chiusura.

I Killer Sanchez rappresentano una risorsa preziosa nel panorama indie italiano. Con “Ruggine” ci hanno regalato del sano progressive rock ubriaco di blues che sono sicura apprezzerete molto anche voi.

Federica Vismara