Intervista agli Her Bloomatches, per scoprire i loro Marmalade Dreams

Si intitola Marmalade Dreams il primo album degli Her Bloomatches, band lombarda ma che ammicca in maniera importante alla scena musicale britannica, sia musicalmente che per i testi in inglese.

Affascinati daI loro primo singolo Jane, già passato sulle nostre frequenze social nello spazio novità, abbiamo deciso di fargli qualche domanda per conoscere meglio loro e questo loro primo lavoro in studio.

Arrivate tutti da esperienze precedenti diverse, cosa vi siete portati in questo progetto e cosa invece vi ha unito e portato a suonare assieme?

Ognuno di noi ha portato con sé sonorità diverse e un bagaglio musicale ed esperienziale personale che si è poi mescolato alla grande nel sound di Her Bloomatches. Quello che ci ha portati a suonare assieme è stata la sfida di cimentarci in una dimensione più rock e di stampo internazionale, e l’occasione di esprimerci musicalmente in maniera differente, accompagnata dalla voglia di lavorare con persone nuove con le quali abbiamo trovato una connessione musicale.

Qual è stata la difficoltà maggiore nel realizzare un album in piena pandemia?

Non so da dove venga questa voce ma l’album non è stato realizzato in pandemia, è stato realizzato prima. Avevamo intenzione di fare uscire il disco un anno fa ma poi il mondo si è fermato e abbiamo aspettato, sperando (invano) che questa situazione non durasse così tanto.
Ora come ora é molto difficile vederci con costanza e lavorare insieme, e l’impossibilità di suonare e di fare date dal vivo ci segna molto ma teniamo duro e aspettiamo con trepidazione il momento in cui si potrà tornare a suonare davanti a un pubblico.

Il vostro stile musicale è difficilmente inquadrabile in un genere, voi come lo definireste?

Il nostro stile musicale. Ahahah!
A parte gli scherzi, in linea generale l’impronta è quella di un sound d’oltremanica a cui si è mescolata l’influenza americana, per quanto non ci piacciano molto le definizioni, si potrebbe dire che il nostro genere è l’ alternative rock.

L’album si intitola Marmalade Dreams, vi definireste più sognatori o più pragmatici? C’è qualcosa dei vostri sogni nei vostri pezzi?

C’è un buon equilibrio tra il sogno e la pragmaticità. L’uno sprona l’altro e viceversa.
In ogni pezzo risiedono nascosti sogni che hanno la grande capacità di mutare nel tempo e in base al momento. Una trasformazione vitale e personale per ognuno di noi.

Rispetto al singolo Jane l’album ha in generale sonorità meno elettriche e più “avvolgenti”. Come mai la scelta di questo singolo? Pensate sia questa o quale altra la canzone dell’album che vi rappresenta di più?

Si, Jane è di certo la canzone che ha meno a che fare con le sonorità degli altri brani ma l’abbiamo scelta perché volevamo aprire le porte del mondo a gamba tesa, e si prestava bene essendo un pezzo che scalcia. Nonostante questo crediamo che la canzone che più ci rappresenti sia la Title Track.

Alcuni vostri brani sembrano perfetti per una colonna sonora e so che avete curato direttamente la regia del video di Jane, qual è il vostro rapporto con il cinema? realizzereste una colonna sonora e in caso per che genere di film?

Siamo appassionati di cinema, ci ritroviamo spesso a parlare di film e produzioni cinematografiche e ci piacerebbe molto realizzare delle colonne sonore, sarebbe molto interessante.
Riguardo al genere di film, sarebbero sicuramente realtà dove la tensione è regina. Partendo dai western metropolitani, ai film d’azione e spaziando anche a tragedie romantiche. Acque mosse.

Come mai pur essendo italiani avete scelto di scrivere e cantare in inglese? Avete mai provato a scrivere qualcosa in italiano?

Il fatto che i nostri ascolti siano più orientati verso la musica internazionale ha sicuramente influenzato la scelta della lingua inglese, la quale in ogni caso ci permette di raggiungere più persone senza limitarci al suolo italiano. Troviamo che l’uso dell’inglese ci dia più gioco e più libertà di espressione nonostante non sia la nostra lingua madre. Gioco di filtri.

Compatibilmente con l’emergenza sanitaria, quali sono i vostri progetti a breve termine?

Ultimamente fare progetti è complicato..in ogni caso l’idea è di lavorare su del materiale nuovo e appena si avrà la possibilità di vederci in libertà, suonare il più possibile, magari partecipare a qualche festival estivo, sempre dipendendo dalla situazione sanitaria, ma suonare suonare suonare.