Abbiamo sentito l’album segreto di J-AX (e ci piace)

Lo “zio” è tornato! Ed è tornato alla grande, è tornato (quasi) ad essere quello di una volta: l’incorreggibile J-AX ha smesso per un attimo i panni del fenomeno da tormentoni mainstream per riprendere l’attitudine punk e hard rock e si è inventato qualcosa di diverso dai generi musicali di tendenza e una via “alternativa” ai normali metodi di diffusione.

Infatti lo scorso 11 settembre, J-Ax con una trovata che ha fatto scalpore, frutto di un lavoro continuo nei mesi di quarantena, ha pubblicato un album segreto, definito di genere punk rock

Un album pubblicato (termine inadatto in questo caso) con lo pseudonimo di J-Axonville, il cui titolo è “Uncool & Proud” e che quindi ha escluso dalle logiche di vendita e di marketing, per donarlo solo ed esclusivamente ai suoi fan tramite un link a SoundCloud, limitandone così la fruizione e diffusione al caro vecchio passaparola, come una volta (e proprio così è arrivato fino a noi). 

Nelle dieci tracce che compongono l’album, come sempre pieno di ironia, autoironia e autocitazioni, si passa da temi già esplorati e facenti parte della retorica di J-Ax, come il rifiuto verso la gente “cool”, a pezzi più originali come la simpatica e inconfutabile invettiva contro quelli che ti fanno i lavori a casa senza fattura ma anche senza impegno, Death to contractors (Vi meritate la crisi).

Ma soprattutto, in un perfetto equilibrio tra passato e presente, tra riferimenti all’attualità e ammissioni quali “Mi manca il vecchio me” oppure “Non mi piaccio più” , è costante il filo conduttore del confronto con se stesso, dello sguardo (poco) malinconico al passato.

Infatti colpisce come il discorso di Ax, seppure ricco di espressioni colorite, sia comunque introspettivo: partendo dalla riflessione sulla sua età, passa dall’immaginarsi vecchio e finalmente libero, (o meglio, citando il titolo, Vecchio, drogato e armato) alla presa di distanza dai boomer, il cui genocidio auspica come “L’unica soluzione”; fino all’autodefinizione come “Old Punk“, in una storia di vita vissuta che rievoca la verve provocatoria della gioventù, ricordando saggiamente come nella vita tutto sia ciclico. 

Quindi ci sono rivelazioni di vissuti intimi e insegnamenti che tracciano un’evoluzione del personaggio che, nonostante le cadute di stile con Fedez e le parentesi commerciali, ha fatto comunque una parte importante nella storia musicale italiana, avendola rivoluzionata.

J-Ax

Certo, è inevitabile associare questo album segreto a qualcosa di già sentito come L’italiano Medio, gli Articolo degli ultimi tempi e la fase solista del Rap’n’Roll (che abbiamo voluto citare nel titolo), dunque non immaginatevi il punk nel vero senso del termine; qui troviamo più il punk come atteggiamento, come stile, come atmosfera da rissa nei pub, interpretato a modo suo, che conosciamo bene, seppure con il prezioso contributo sonoro del fedele polistrumentista Mark The Hammer, famoso come YouTuber e con il quale “lo zio” dialoga citandolo più volte nell’album.

A qualcuno potrà sembrare qualcosa di ripetitivo ma la differenza è che qui, solo dopo fasi apparentemente contraddittorie e inconciliabili fra loro,  Alessandro Aleotti in arte J-Ax compie una matura riflessione su se stesso e su questa stessa contraddittorietà, che ha una sua logica proprio in virtù del fregarsene della coerenza stilistica e dell’apparenza, se rimane una costanza nei contenuti e nei valori.

E così, tornando a fare quello che sa fare meglio, J-Ax dimostra quello che in fondo lui stesso è sempre stato: un anima punk ribelle, nel corpo di un rapper naturale in quanto dotato di una tecnica che ha posto le basi di un genere nella nostra nazione.

Cambiano i modi espressivi e le basi sonore, cambiano i bersagli (per esempio chi porta mascherine griffate) ma torna quella fascinazione per il punk californiano, lo stile estremo, sporco e scorretto, che Ax ha sempre saputo trasmettere, raccontare e portare alle masse.

Con la voglia e la capacità di spaccare tutto, in una sorta di ritorno alle origini e allo spirito libero che da sempre lo pervade. Riuscendo ad essere rivoluzionario anche in questo caso.