Piero Pelù con amici e soci trionfa nella sua Firenze

Lo scorso venerdì 22 novembre si è concluso il mini tour di sei date di PIERO PELÙ, il “Benvenuto al mondo tour” (ne abbiamo parlato precedentemente).

In quest’ultima data Piero è andato in scena nella sua città, Firenze, al Tuscany Hall, pittoresca location affacciata sull’Arno.

Siamo stati a vederlo, anche se arrivando in lieve ritardo a causa della difficoltà nel trovare parcheggio in una zona piena di auto lungo la strada per qualche chilometro. Questo già è indice di quanto la presenza del leader dei Litfiba a Firenze sia sentita, provocando traffico e affollamento. Ed è bello vedere tanta partecipazione (tanta gente di varie fasce d’età) e sentire la sua voce che riecheggia già per le strade e pervade tutto il lungarno, creando l’atmosfera giusta prima di entrare nel tendone del teatro Tuscany Hall.

Dopo l’apertura, affidata ai Life In The Woods, Piero Pelù sale sul palco insieme ai Bandidos ovvero Giacomo Castellano “James Castillo” alla chitarra, Luca Martelli “Luc Mitraglia”, alla batteria, ai cori e alle sequenze, e Dado Neri “Black Dado”, basso, doppia chitarra e cori, portando uno show essenziale nella forma quanto ricco nel contenuto, ben di grandi successi del passato e avvia la riflessione sul tema ambientalista con Siamo la Terra e quindi il nuovo singolo con la voce fuori campo di Greta Thunberg: Picnic all’inferno.

Appare dunque ancora di più, rispetto alle possibili aspettative, una serata improntata al revival e alla celebrazione di una lunga carriera ricca di brani molto conosciuti, sia da solista, che in gruppo con la band che ha caratterizzato la gioventù degli anni a cavallo tra gli ultimi ’80 e tutti gli anni ’90.

Non a caso, dopo aver coinvolto nelle altre date artisti come Andrea Appino degli Zen Circus, il rapper Rancore (con il quale ha duettato in virtù dell’esperienza nel programma tv Un palco per due), ospiti speciali di questa data proprio per via dell’ambientazione, sono stati altri fiorentini come Erriquez e Finaz della Bandabardó e soprattutto Ghigo Renzulli, Antonio Aiazzi e Gianni Maroccolo dei Litfiba, acclamati come vere star quando sono saliti sul palco per fare insieme La preda e Sole nero.

È coinvolgente ed emozionante il discorso che Piero fa sulla politica e sui temi della giustizia e che riguardano tutta la società, perciò convince quando esegue Fiorirà, un messaggio di speranza accompagnato dalle foto delle vittime delle mafie sullo sfondo.

Poi si torna ai suoi pezzi da solista con il batterista che pesta pesantemente in Fata Morgana, che manda in delirio il pubblico, Dea musica, che trasmette tutto l’amore per la musica, Regina di cuori, dove oltre al consueto gioco allo “scapezzolamento” delle ragazze presenti, Piero mostra tutta la sua grinta urlando “Oh ragazzi, qui non siamo a una fottuta gita scolastiha! Qui si limona duro!” e nel suono si raggiunge quasi il metal.

E ancora brani da solista come Tutti fenomeni, che spacca tutto e fa muovere tutti, alternati a hit dei Litfiba, come Gioconda, in cui Piero finisce per confondere un po’ le parole nel ritornello cantando “Il cuore no, no, non te lo do, l’anello, no, si “… Probabilmente una forma di (più o meno) sincera ammissione relativa al fatto che il rocker in realtà si è recentemente sposato.

Dopo una prima pausa ritorna sul palco “con tutto il suo entusiasmo” cantando Io ci sarò e poi Bene bene, male male.

Lo spettacolo diventa definitivamente un delirio e il pubblico una bomba ad orologeria che finalmente esplode saltando, dopo che Piero aveva fatto abbassare tutti quanti (tranne la “piccionaia” disobbediente), e cantando “Mamma mia, El diablo!”.

Poi l’atmosfera diventa ancora più frizzante e lo spettacolo più variegato con l’ingresso di Erriquez e Finaz della Bandabardò, cantando insieme in un clima di festa, W Fernandez! e l’appropriata e bellissima Lacio Drom.

Infine Toro Loco e la ripetizione di Picnic all’inferno rappresentano le scariche di adrenalina finale.

Tutto ciò mostra come, a 57 anni, Piero Pelù sia ancora un resistente, un animale da palco, un ragazzo mai cresciuto, che conserva intatta la libera follia, l’anarchico spirito freakettone e hard rock, la lotta, l’attenzione alla società, la voglia di divertirsi e vivere veramente alla grande.

Bene così… Alla prossima, “ragazzacci”!