Il viaggio degli STORM{O} verso la “Finis Terrae”

Finis Terrae è il nuovo album della band STORM{O}, appena uscito per le etichette Moment of Collapse Records, Pundonor Records, Skeletal Lightning, Shove Records, Left Hand Label, Zegema Beach Records e To Lose La Track, e lanciato da un tour partito Sabato 5 ottobre al TPO di Bologna.

STORM{O} è un nome potente come un macigno, eppure evoca in chi lo conosce un senso di familiarità, quasi la sensazione di sentirsi a casa.

Infatti chi segue l’evoluzione del rock nostrano, senza precludersi al metal, conosce bene questo quartetto di sangue nordico e di indole montana in quanto proveniente da Feltre (Belluno), che si è conquistato la sua nicchia di fama negli anni anche perché ha una storia abbastanza lunga e piena di esperienza.

STORM{O} è un nome che contiene il concetto di uno stormo di uccelli, che può essere visto come un presagio funesto o un’immagine poetica, e anche la parola storm ovvero “tempesta”.

E la caratteristica positiva che va riconosciuta a questo gruppo è proprio quella di un suono potente, tra metal e screamo, senza risultare macchiettistico, caricaturale o pesante da digerire, il tutto reso ancora più genuino con i testi in italiano.

Un suono violento e al contempo capace della dolcezza dell’etereo, sospeso tra il tono caustico e l’alienato e alienante emocore perso nelle atmosfere oniriche.

E in ciò tutti gli strumenti si sentono e trovano la loro piena realizzazione nell’accompagnare la voce di Luca Rocco.

Ebbene, dopo un anno e mezzo dal precedente Ere (2018), arriva il terzo album Finis Terrae.

E questo titolo è significativo. Infatti indica il confine estremo della terra (e quindi una terra di confine). Confini che sono fisici e mentali, barriere e limiti che ci imponiamo e ci vengono imposti, un concetto che quindi può essere riferito anche all’attualità e che nell’album emerge con forza; si parla infatti, come dichiarato dalla stessa band, dell’insensatezza della società che provoca sensazioni viscerali.

Perciò la riflessione consiste nella presa di coscienza del fatto che non esiste un’individualità separabile dall’ambiente esterno, mentre si deve accettare che esista qualcosa che non si è ancora conquistato, che non si può dominare, una terra dell’ignoto in cui necessariamente spingersi.

Dopo aver affrontato una lunga serie di live, la band ha avuto modo di maturare e trovare un suono più coeso, mirando a metterci dentro tutta l’esperienza acquisita dal vivo, grazie anche alla collaborazione con il sound engineer Maurizio Baggio, produttore di Soft Moon, presso lo Studio La Distilleria di Bassano del Grappa.

Percussioni veloci e ossessive, chitarre e basso a dare una sfumatura noise e la voce che mantiene la caratteristica impostazione del lamento urlato.

Un suono di cui è sintesi perfetta il singolo Tempi Morti, prima canzone composta.

E proprio da qui, riflettendo sull’insignificante vita soggiogata dalla routine e dalla staticità, parte la riflessione sui confini presente in tutto l’album, introdotto da Trema, pezzo di apertura che parte direttamente con una carica di rumore devastante senza tanti preamboli.

Poi impressiona anche Movente, con la quale sembra di venire lanciati su un treno in corsa.

Più complesse e ritmiche Rilievo e Ho Chi Minh, mentre Progresso è uno dei brani in cui la continuità con il passato è più evidente per via dell’aura più riflessiva, il testo molto profondo e le parole maggiormente scandite e meno urlate, insieme alla varietà presente in Respiri, all’Interludio strumentale dai tratti stoner rock e alla conclusiva Niente, un brano più lento e più lungo (supera i cinque minuti), il cui titolo rappresenta il culmine del nichilismo tipico degli STORM{O} e in cui significativamente confluiscono le 12 tracce.

È un peccato che sia stata abbandonata quella ricchezza di elementi che li rendevano originali, come quelle sonorità strumentali del primo EP, vicine addirittura al funky, prima del cambio di formazione che ha rivoluzionato anche il suono complessivo.

E anche in seguito all’assestamento che ne è seguito rispetto ai precedenti album ufficiali, questo disco è molto asciugato nel suono, pur rimanendo vario e condito da influenze elettroniche e noise appena percettibili, come in Metropoli, che insaporiscono la ricetta senza disturbare, in un mix ben amalgamato di generi e sottogeneri che vanno dal crust, al mathcore, alle atmosfere cupe del post-hardcore.

Ma nonostante questo cambio radicale di forma, in favore di un atteggiamento e un suono più aggressivi, la sostanza rimane e quindi Finis Terrae è un album consigliato, soprattutto agli amanti di punk hardcore e metal che cercano qualcosa di un po’ sofisticato.

All’inizio abbiamo detto che il nome della band lo associamo alla sensazione di sentirsi a casa. E questo perché si tratta di un prodotto 100% italiano e quindi ci si dovrebbe riconoscere e vedere che è possibile trovare gruppi con questo particolarissimo tipo di sonorità anche nel nostro entroterra e senza scimmiottare ciò che viene dall’estero, ma anzi, facendolo in italiano.

Quindi se questa band si è già da tempo affermata, Finis Terrae può essere l’album della definitiva consacrazione (finalmente!), e non solo questo traguardo gli va riconosciuto ma anche il pregio di ricordarci che in Italia c’è un terreno fertile di buona musica anche di questo tipo.

Ecco i prossimi live:

11/10 @ Communia – Roma

12/10 @ Kandinsky Pub – Perugia

18/10 @ The Factory – Verona

19/10 @ Eteropatia – San Giuliano Milanese (MI)

02/11 @ La Marquise – Lione (Francia)

04/11 @ Sunset Bar – Martigny (Svizzera)

09/11 @ Splinter Club (ex Arci Titty Twister) – Parma

16/11 @ La Tenda – Modena

29/11 @ Astro Club – Fontanafredda (PN)