Venus In Furs @ Cinema Lumière – Pisa

I Venus In Furs avevano promesso di mettere a ferro e fuoco il Cinema Lumière di Pisa per la presentazione del loro nuovo lavoro, Carnival, uscito di recente per Phonarchia Dischi. Il release party del 4 marzo, organizzato dall’associazione Diritti A Sinistra, è stata la prova che di queste tre furie ci si può fidare: un suono profondo da far tremare i muri ha fatto ballare l’intera sala a lungo, con una scaletta niente male.

Si parte con pezzi del nuovo lavoro e la band comincia subito a far capire chi comanda: si sentono a casa, questo è chiaro, e con una presenza scenica notevole riescono a catalizzare l’attenzione di un pubblico che li conosce più o meno da sempre e gli vuole bene. I brani scaldano l’atmosfera, preparando un delirio che esploderà soltanto quando i tre cominceranno a sfoderare i loro cavalli di battaglia. “Las Vegas” e “Nel Nome Del Padre” sono solo l’inizio della fine: un’escalation di potenza ed energia sopra palco e sotto. Claudio Terreni (chitarra e voce), Giovanni “Ciancia” Boschi (batteria) e Marco “Zorro” Doni (basso) hanno una rara capacità di catturare lo sguardo senza mettere in ombra gli altri: non c’è un membro invisibile o una super star, sono tutti bilanciati nell’equilibrio di ogni pezzo, il che dimostra che i Venus In Furs sono ormai una squadra collaudata e affiatata, una macchina da guerra dai volumi infernali nel live.

Non mancano inoltre pezzi come “Giulio” e “Via del Cappello” con i quali ci togliamo qualsiasi dubbio: questi ragazzi ci sanno fare nel creare un’atmosfera densa di suono e di emozione, destreggiandosi anche con pezzi più intimi.

Tra una battuta e un motivetto accennato – spesso non solo accennato: i presenti oltre alle canzoni della band pisana hanno cantato la sigla del cartone Maledetti Scarafaggi, tra lo sconvolto e l’euforico – si arriva agli ultimi cinque pezzi, che il bassista Zorro denomina a ragione il “momento metal”. I tre spingono fino in fondo l’accelleratore con i brani più conosciuti, suonati con un’intensità incredibile senza quasi prendere fiato. “Non ti chiederò mai”, “Odio il Mercoledì”, “Nefasta in Testa”, “Leggins” e, senza nemmeno accorgercene, siamo arrivati sul finale: “Cecilia E La Famiglia” fa esplodere letteralmente il locale, con l’aiuto sul palco di un ex membro del gruppo, Giampiero Silvi, al violino.

Usciamo dalla sala provando la sensazione più bella del mondo: dopo un’ora e mezza in quel microcosmo di vero rock il resto dei suoni sembrano non esistere.

Chiara Cappelli