Intervista: Vintage Violence

Abbiamo intervistato i Vintage Violence, cercando di scoprire il loro modo di vivere la musica, di farla, di suonarl a e di renderla attuale.

Qua tutto quello che ci hanno detto:

-La prima cosa che si nota sul vostro Facebook e’ la foto profilo della vostra pagina fan: parlatecene

Si tratta di una bozza grafica per una copertina di un disco mai realizzato. O che verrà realizzato in futuro. È stata fatta da Malleus, ormai 10 anni fa: ci è sempre piaciuta perché ci ricorda i Velvet Underground che è statae resta una delle band più influenti per noi. Non tanto rispetto ai suoni quanto rispetto all’attitudine.

-Provendendo da lecco come vedete e vivete il modo di vivere la musica nel milanese?

Milano produce il meglio e il peggio dello scibile universale, per la musica è lo stesso. Per questo forse abbiamo sempre avuto un rapporto di amore/odio, tutt’ora irrisolto, che da un lato ci fa apprezzare tantissimo le piccole realtà davvero indipendenti che lottano ogni giorno per la propria sopravvivenza, dall’altro non frequentando mai i 1000 locali diciamo “profit” se non quando ci suoniamo, non abbiamo davvero il polso di quello che succede.. Siamo lontani, alcuni di noi abitano proprio in montagna in un eremitaggio quasi totale: siamo davvero lontani, proprio mentalmente.

-Sopratutto in questi giorni i vostri testi sembrano super attuali… da cosa nascevano?

Dall’esperienza individuale di chi li ha scritti, come spesso accade.. Non c’è un retropensiero rispetto all’attualità ma un’urgenza espressiva.

-Con che parola vi definireste?

La “violenza primordiale” che citiamo in “Senza paura delle rovine” è forse una delle migliori espressioni per definire tutta la tempesta (sonora, vocale, testuale) che esce fuori quando componiamo. La parte più istintuale, viscerale, cieca, che rivendica il suo trono e ti dice: “Sai che c’è? Hai affidato la tua vita alla coscienza, il tuo organo più misero e fallibile, ma nella musica comando io da sempre, storicamente. Quindi quel trono, qui, me lo riprendo”

Rocco Arienti
Chitarra, cori e autore dei testi