SARA LORENI – Mentha

ETICHETTA | Maciste Dischi

GENERE | Synth Pop, Cantautore

ANNO | 2015

Dopo aver fatto parlare di sé con il rifiuto del posto negli Over di Elio de Le Storie Tese nel Bootcamp di XFactor 9, Sara Loreni si fa conoscere per il suo album d’esordio Mentha. In collaborazione con Martino Cuman dei Non voglio che Clara, la cantante ha prodotto un album fresco e interessante. Tra synth, hybrid drums e campionatori di effetti, accompagnati da una voce soave, le dieci tracce che ci si ritrova ad ascoltare sono una più diversa dall’altra. Non ci si può assolutamente annoiare nell’ascolto.

L’album parte con “La gente”, che subito provoca interesse con questi suoni metallici ed elettronici, ed una voce dolce che sembra quasi cozzare con il ritmo. La seconda traccia, “Dovresti alzare il volume”, parte con una chitarra elettrica intensa e profonda, soppiantata subito dalla voce di Sara e da una sonorità più posata. Si passa poi a “Lontano da qui” e si capisce subito che abbiamo finalmente un lento. Sintetizzatori e voce pacata che sembra arrivare davvero da lontano. Tocca ad “Eva”, una strana dedica ad una fanciulla sconosciuta accompagnata come è logico da suoni elettronici e sintetici.

La malinconia ci inonda con la traccia successiva, “Ancora qui”, e la mente viaggia attraverso i ricordi. “Sei tu” ci fa viaggiare invece in nuove dimensioni con le sue sonorità oniriche. “Fuori città” ci riporta sulla Terra, vagando tra le vie di una città, scappando verso una campagna infinita, godendoci la solitudine e la pace. “Mi piaci” finalmente ci dà un po’ di tregua da tutti questi viaggi tra i ricordi e dalla malinconia, e tornano i ritmi e la voce allegra. La traccia penso sarà una di quelle classiche canzoni che ogni coppia si dedicherà a vicenda. Grazie Sara!

Però poi torniamo di nuovo in un’altra dimensione con “Per non fare rumore”. Suoni trascendentali e magici, voce celestiale, pianeti sconosciuti. “Viens-toi” è l’ultima traccia e ci sorprende con uno strumento ad arco, un francese magnifico e un sapore retrò. La cosa interessante è che il tutto viene mescolato ai sintetizzatori, rimanendo comunque una traccia moderna e ben amalgamata con il resto dell’album.

Dopo tutti questi viaggi nell’iperuranio o su pianeti lontanissimi, torno sulla mia sedia in cucina e faccio ripartire l’album ancora una volta. Si sta bene lassù, eh!

La canzone che incarna tutta l’essenza dell’album è “Dovresti alzare il volume”.

Carmen Mc Intosh