DELTA SLEEP – TWIN GALAXIES

ETICHETTA | Big Scary Monsters/To Lose La Track 

GENERE | Math rock/Post rock 

ANNO | 2015 

Come si fa a non amare i Delta Sleep? Da quando sono stato rapito dal loroprecedente EP “Management” non riesco a darmi una risposta, e ogni volta, non riuscendoci, decido di ascoltarli di nuovo, con un dose immediatamente percepibile di gioia da parte dei miei vicini e genitori tutte le volte che la puntina del giradischi tocca il vinile. Forse la domanda posta in partenza sarebbe meglio rivolgerla a loro.

Amici dei nostrani Valerian Swing, i DS sono un quartetto inglese che in questo 2015 esce con il suo primo LP Twin Galaxies, rilasciato per Big Scary Monsters (UK/EU) e To Lose La Track (IT). I punti di contatto con il precedente lavoro ci sono e si sentono, anche se sin dalle prime tracce si può apprezzare una definitiva evoluzione del sound (che già in passato era una bomba), qui ancora più definito, brillante ed energico. Le tendenze da math-rocker emergono lungo tutta la durata del disco, anche se uno degli esempi più godibili lo si ha in “Spy Dolphin”, pezzo nel cui finale troviamo tempi dispari come se piovesse.

Alla band piace giocare con il loro particolarissimo stile, quindi non sorprende affatto trovare tratti di screamo nella parte finale di “Uncle Ivan”, che richiama alla mente i compianti Crash Of Rhinos. Se nel precedente disco trovavamo un pezzo come “Interlude” a rappresentare la tendenza del gruppo a spaziare anche attraverso una sorta di psychedelic-pop, qua troviamo un pezzo del calibro di “Spy Turtles” a svolgere la stessa funzione, e lo fa egregiamente. “Aspetta” è un altro breve interludio che ricorda a tratti “Fiato” dei Do Nascimiento e che apre la strada a “Lake Sprinkle Sprankle”, pezzo estratto come singolo, di cui è uscito un bellissimo video che oserei definire “mind-blowing”. I primi venti secondi di “Hungry For Love” sembrano, invece, richiamare i Queens Of The Stone Age di “Feel Good Hit Of The Summer”, per poi andare ad esplorare territori molto più vicini al post-rock che fa a cazzotti con il math-rock, anche se la ciliegina sulla torta del disco rimane Daniel Craig David, che se dovessi descrivere dovendo utilizzare solamente un aggettivo userei sicuramente quello di “magistrale”.

Insomma i Delta Sleep hanno confezionato un album che conferma in pieno le impressioni precedenti, amplificando, migliorando e andando più a fondo nel loro “io musicale” di quanto avevano già fatto con l’eccelso “Management”. Rimane solo da dire: “good job guys”.

Francesco Canalicchio