Stai andando bene, Giovanni!

Il cantautore presenta il suo nuovo album al pubblico milanese.

Credo che trovarsi davanti a Giovanni Truppi può essere un’esperienza assolutamente sconvolgente o del tutto irrilevante. Me ne sono resa conto non tanto dal suo secondo album, quanto dal live suonato al Biko di Milano il 26 febbraio scorso.

Armato di chitarra elettrica, una canottiera nera sbiadita e baffo d’ordinanza, Truppi introduce il non troppo numeroso pubblico del locale nel suo mondo con “Stai andando bene Giovanni”. Il divertissement strumentale dal vivo, grazie a Francesco Motta e Luciano Turella, entrambi già Criminal Jokers, guadagna sfumature più rock’n’roll, con un certo sapore surf che si presta come ottima base per i testi scapestrati, come in “Ti ammazzo” (tratta dal primo album “Il mondo è come te lo metti in testa”).

Ma è la figura sghemba dell’artista ad essere centrale per tutta l’ora abbondante di esibizione, dove mostra tutto l’istrionismo che ti aspetti da un napoletano verace. Truppi conquista con quella voce che insegue le note, si inerpica, stona e si comprime fino a diventare un gioco, quasi uno scioglilingua in “Nessuno” o una filastrocca in “Il pilota è vivo”. “Conversazione con Marco sui destini dell’umanità” è un pezzo recitato, quasi un intermezzo, un flusso di coscienza tra incredulità, cinismo e critica sottile, seguito dai momenti più tranquilli di “Eva” e “I pirati” in cui il musicista torna solo, con l’occhio di bue ad allagare il suo cranio. Momenti di raccoglimento, tenerezza quasi, una tenerezza diversamente abile, particolare e pronta a sfociare nei più improbabili brani. Non possono infatti mancare le piccole-grandi hit, dalla geniale e potenzialmente generazionale “Ho messo incinta una scema” all’altrettanto “diversamente” struggente “Come una cacca secca”.

Giovanni Truppi ha un potenziale incredibile. Bisogna solo accettare di entrare nel suo mondo imperfetto, accettarne le regole per quanto strambe, sospendere il giudizio e farsi coinvolgere dalla performance, bisogna solo ricordare che “la mia verità si chiama Nessuno/Nessuno è la mia verità/la mia verità è perfetta/Nessuno è perfetto/ma la perfezione non esiste/quindi la mia verità non esiste”.

Amanda