Gli operai del Rock alla Costello’s Night


Avete presente quando non riuscite a togliervi una canzone dalla testa? È esattamente quello che è accaduto a me dopo il concerto dei Maudit, i primi a calcare la scena della Costello’s Night tenutasi giovedì 19 febbraio all’Arci Ohibò.


Questo quartetto di Rozzano spicca per la qualità nell’esecuzione; il tratto distintivo dei loro testi è sicuramente l’aspra critica alla società che parte dalla pancia e fuoriesce dalle casse investendo tutti i presenti, in particolar modo un gruppo di ragazzi che ormai segue i Maudit ovunque suonino. Le loro sonorità sono facilmente riconducibili a I Ministri per la voce di Davide Carrone dal timbro e dal graffiato simili a quelli di Autelitano, e ai Foo Fighters per le melodie e le ritmiche dal respiro internazionale di questo rock alternative dal tiro energico. Tutti i pezzi presentati attingono alla stessa sorgente, salvo “Juliet” dal retrogusto blues. Se le loro canzoni venissero trasmesse in radio, certamente vi ritrovereste come me a canticchiare “Tempi migliori”. 

Si prosegue la serata con i Canova, anche loro quattro baldi giovini di provincia che sfidano il pubblico con il loro sound sfacciatamente brit pop condito da un look che ricorda un po’ i Kasabian ed i testi tra l’adolescenziale e l’ironico. Chitarra, basso, tastiera e batteria, tecnicamente molto capaci e intonatissimi, nonostante qualche problema con le spie. Sarà che sono vecchia, ma sentire “Quando io sto male mi vesto male”, non è esattamente quello che mi aspetto dalle giovani leve.

La chiusura tocca ai Ninfeanera, che ho avuto il piacere di ascoltare già qualche settimana prima al Circolo di Mariano Comense alla festa per il nuovo album degli Aim. Brianzoli doc, si presentano sul palco in cinque: due chitarre, basso, batteria e violino. Partono a bomba con uno dei loro pezzi meglio riusciti “Ho visto un uomo” ed è una tirata unica per tutti i brani scelti per questo set. Il motore del gruppo è indubbiamente Massimo Zuin (chitarra e voce), capace di catalizzare su di sé tutta l’attenzione e che sa dare il giusto colore ai testi che canta e scrive con un’attenzione particolare rivolta sia al genere di storie narrate, sia alle parole scelte. Anche nel loro caso ci troviamo al cospetto di ragazzi che passano ore a suonare e si sente. Il loro live si chiude con “Contro le nuvole” ed uscendo dall’Ohibò non ce n’è nemmeno una ad ingombrare il cielo di Milano.

Emanuela N. Porro