Frida Neri – Alma

ETICHETTA: Acanto

GENERE: Cantautorato / Folk / Etnico

ANNO: 2017

“Alma” è il secondo album della cantautrice Frida Neri, uscito il 9 marzo 2017 dopo ben sette anni dal primo disco: un lungo periodo di gestazione durante il quale la musicista ha avuto modo si esibirsi in contesti di rilievo, collaborare con molti artisti illustri e dedicarsi, tra le varie cose, anche al teatro canzone. “Alma” è un catalizzatore di idee con cui si cerca di trovare un filo conduttore a tutte le esperienze accumulate negli ultimi anni.

Fin dal primo ascolto veniamo subito calati in atmosfere suggestive ed impregnate di una spiritualità tangibile, che si respira. Il disco presenta per tutta la sua durata sonorità folk molto calde, sensuali, come quelle canzoni nate nall’alba dei tempi, al confine tra nostalgia e storia, che raccontano di un mondo semplice e ancestrale, sorgendo dalla terra come se le loro melodie avessero una vitalià propria. L’obiettivo di Frida Neri in “Alma” è se non erro proprio quello di riscoprire una spiritualità antica e sincera, genuina, prendendo il meglio delle tradizioni locali di varie parti del mondo. Molti brani hanno dei testi in dialetto, e non si può non restare affascinati dalla loro capacità di affondare le proprie radici in tale profondità.

Da un punto di vista melodico è spesso la chitarra che sostiene il brano con pochi accordi snocciolati con lentezza e cura, sostenuta da uno stuolo di strumenti anche provenienti dal panorama della musica etnica, capaci di conferire profondità e un carattere esotico al sound del disco. Interessante è anche la scelta di far suonare gli strumenti a corda in maniera più aggressiva, quasi a conferirgli un ruolo percussivo che contribuisce molto a scandire il ritmo di pezzi come ‘Il canto delle lavandaie del Vomero’.

Al di sopra di questo tappeto di suoni la voce di Frida Neri disegna una linea sinuosa: il suo timbro molto caldo ma allo stesso tempo brillante risalta in questa sorta di recitativi, come in ‘Aida’, primo e vero proprio brano di “Alma”. Tuttavia la cantautrice riesce a dare il meglio in brani con linee vocali più movimentate, come il caso di ‘Maria Faia’.

In definitiva “Alma” è un disco sicuramente ambizioso ma ben studiato, gradevole per gli amanti del genere anche se rischia di risultare statico e leggermente prosaico alle orecchie di un ascoltatore meno avvezzo ad un etnofolk infondo così estremo.

Chiara