The Streets: una delusione!

Prometteva bene il mixtape realizzato da THE STREETS con un titolo dal gioco di parole simpatico e significativo in tempi di lockdown, None of us are getting out of this life alive, uscito il 10 luglio e anticipato da un featuring con nientedimeno che i Tame Impala

Si preannunciava per i suoi fan come un progetto interessante, visto che si tratta di un insieme di tracce tutte in collaborazione con altri artisti. Essendo però questi tutti appartenenti alla scena britannica e mancando pure dei grossi nomi della stessa,  l’insieme risulta alla fine poco variegato e poco moderno, nonostante i suoni.

Il flow di Mike Skinner, troppo cadenzato e purtroppo sempre più tendente a un eccessivo cantato che al suo piacevolissimo fluido spoken word all’inglese di una volta, perde così mordente e fascino, diventando un mediocre rap/UK garage dal sapore stantio di anni 2010, senza l’hype che suscitava nei 2010, e che senza scimmiottare la trap, ne adduce però le ritmiche ballabili insensate. Insomma, troppo ritmo e poca elettronica, troppo tirato e poco parlato, ascoltabile ma non all’altezza dei lavori precedenti, compreso il brano Where the f*&k did April go? che parlava della situazione attuale, con la lapidaria frase “Whoever said ‘people can’t change the world’ has never ate an uncooked bat”.

Fanno eccezione pochi spunti come il suddetto singolo con Tame Impala, la title track con gli Idles, poi l’atmosfera onirica di Phone is always in my hand feat. Dapz On The Map, il ritornello poetico di Same Direction, con Jimothy Lacoste, in cui emerge lo stile caratteristico The Streets, e il pezzo finale con Chris Lorenzo, Take me as I am, in cui Mike Skinner si concede una tamarrata drum & bass dal ritmo sfrenato.

Speriamo in meglio per il futuro ricordando il Mike Skinner dei brani di una volta come questo.

O anche questo, senza andare troppo lontano nel tempo: