Generic Animal @Circolo Ohibò – Milano

Un Circolo Ohibò non sold out ma comunque pieno nonostante le imminenti feste natalizie quello che ha accolto il live di Generic Animal lo scorso 21 dicembre.

Un appuntamento non unico visto che il circolo milanese aveva già ospitato Generic Animal, al secolo Luca Galizia, la scorsa primavera, ma sicuramente sentito trattandosi dell’ultimo live del 2018 e della data più vicina alla sua Varese.

Nonostante lo stile decisamente trap del suo ultimo disco, Galizia non rinnega il suo passato da chitarrista e infatti la prima parte del concerto è quasi tutta un intimo chitarra e voce dedicata ai brani del primo album Generic Animal.

Intimità che rimane per tutto il live, anche quando le sonorità della chitarra lasciano spazio ai campionamenti di Zollo, produttore di Emoranger, i cui brani dominano la seconda parte della serata.

In realtà quello che colpisce di Generic Animal è l’essere perfettamente credibile, come dicono quelli bravi, tanto come cantautore chitarrista quanto come rapper o trapper che dir si voglia.

Sicuramente l’aria da bravo ragazzo con un look essenziale, un po’ emozionato e accompagnato da un video estivo girato dalla sua ragazza alle spalle aiuta a togliere i preconcetti che si possono avere su un genere spesso visto come quello che ostenta opulenza e arroganza.

Ma la verità è che Luca sa cantare. Aspetto fondamentale quando ci si presenta chitarra e voce ma che emerge anche quando utilizza l’autotune che diventa più un vezzo stilistico che una reale necessità.

Il concerto scorre via veloce, con il pubblico composto in larga parte da fedelissimi che non fa mancare il suo contributo, anche oltre i propri spazi.

Arriva il momento degli ospiti, prima con il trio romano dei Tauro Boys a portare un po’ di hip-hop tradizionale con due brani molto apprezzati dai presenti.

Poi è il momento di Mecna, con cui Luca duetta su Un drink o due tornando ad imbracciare la chitarra, tutto con estrema naturalezza e come se si trattasse di collaborazioni di lunga data.

Il finale è il bis di Scarpe#1, stavolta senza intrusioni sul palco ma non per questo con il pubblico meno coinvolto.

Un live consigliato sicuramente a tutti gli amanti di Generic Animal: siate fan del primo o del secondo album avrete modo di apprezzare anche l’altra anima.
Ma anche a tutti i puristi che potrebbero scoprire come, quando si sa fare, la musica non teme distinzioni di genere.