I Ministri @ Urban Perugia

Sembra strano a pensarci ma è così, sono già passati dieci anni da quel lontano 27 ottobre 2006 in cui, mentre nei cinema nostrani sbarcava The Departed, usciva il disco d’esordio di un trio milanese che si era fatto conoscere con il nome de I Ministri. Da quel provocatorio I Soldi Sono Finiti sono passati dieci anni, durante i quali si sono aggiunti altri quattro dischi, innumerevoli concerti e tanti chilometri macinati in furgone. Dieci anni bellissimi, come tengono a sottolineare nel nome del tour celebrativo che stanno portando in giro per lo stivale in questi mesi e che ha fatto tappa all’Urban di Perugia il 7 dicembre.

Sono circa le 23:30 quando il locale dà il via alle danze con l’apertura affidata agli Elephant Brain, giovani promesse del perugino che scaldano a dovere il pubblico, il quale non teme di rispondere e non si risparmia il primo pogo della serata, con il loro rock che pesca a piene mani dai conterranei Fask.

Cala la mezzanotte e con lei anche le luci del club, mentre la traccia di fisarmonica che lega i pezzi de I Soldi Sono Finiti risuona nelle casse del locale. I tre musicisti, accompagnati da Marco Ulcigrai de Il Triangolo alla seconda chitarra, salgono sul palco e partono carichi a mille con La mia giornata che tace, pezzo tiratissimo che risente unicamente della posizione in scaletta, quando semplicemente scalarla di qualche posizione avrebbe permesso una maggiore resa d’impatto. Si prosegue con I nostri uomini ti vedono, cui segue la traccia che dava il nome al disco, presentata in un arrangiamento che spegne a tratti la carica violenta e l’ignoranza giovanile proprie del pezzo, peccato.

Sorprende in sesta posizione la B-side Il mio compagno di stanza, una rarities che esce più che egregiamente, mentre delude Le mie notti sono migliori dei vostri giorni qui presentata in una veste ancora più lenta che non fa altro se non svuotarla ulteriormente. Alzano di molto l’asticella invece Lo sporco della Grecia, Il camino de Santiago e Non mi conviene puntare in alto, quest’ultima che chiude il main set in un’escalation di violenza. Solita scenetta rituale di uscita dal palco e dopo qualche minuto di attesa i nostri tornano a calcare lo stage dell’Urban concedendo alla folla sudaticcia e stremata un attimo di tregua con una La piazza presentata in versione acustica con tanto di crowdsurfing di Divi. Chiusura di rito con l’accoppiata Diritto al Tetto e l’immancabile Abituarsi alla fine, pezzi storici che da tempo immemore ormai accompagnano ogni esibizione del trio, con Divi che si getta sulla folla per farsi portare al bar del locale, dove dedica un brindisi al pubblico perugino, per poi tornare sul palco per la chiusura vera e propria.

Il concerto finisce d’impatto, così come è cominciato. I Ministri sono invecchiati, e con loro i pezzi del loro esordio; alcuni ormai manifestano i segni del tempo trascorso e non riescono più a reggere, altri invece non hanno perso la loro carica infuocata e funzionano più che egregiamente anche oggi. In ogni caso si torna a casa con un sorriso ebete stampato in faccia, consapevoli di aver assistito a una vera e propria celebrazione di un disco che, a suo modo, è stato significativo nella storia del rock nostrano.

Testo e foto a cura di Francesco Canalicchio