THE SOFT MOON @ Carroponte | opening: Steve Howls + Havah

Un tranquillo mercoledì sera d’estate, quello del 10 giugno. Il cielo piuttosto limpido è soffocato dalle luci rosse del Carroponte. In scena sul palco di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, ci sono The Soft Moon. La mente nonché focus della band è Luis Vasquez, figura agile, snella e riccioluta che si aggrappa alla propria musica come ad un’ancora. La chitarra è tagliente, con furia noise si inserisce nelle poderose ritmiche elettroniche. La strumentazione seppure ridotta all’osso, si contano la già citata chitarra, un basso e un curioso ibrido di batteria tradizionale con grancassa e piatti, e una drum machine.

Le pulsazioni aumentano, l’aria fresca si riempie di fumo scenico, luci abbaglianti, le sagome in controluce, la vista non è il senso più adatto per assaporare la musica del trio. Orecchie spalancate sulle nuove canzoni di “Deeper”, da cui trae spunto la maggior parte della scaletta. Atmosfere opprimenti e fortemente elettroniche che flirtano con la no wave e si rinvigoriscono con l’oscurità della dark wave. La creatura è ben nutrita e si muove flessuosa tra le teste del pubblico, ondeggianti, perse nella brezza. Finché una nuova sferzata le riporterà, quasi con sofferenza, al presente.

Ad aprire la serata Steve Howls, vincitore dell’edizione 2015 del Pending Lips Festival, con le sue atmosfere folk contemporanee (scopri tutte le date del tour qui)e i giovani punk waver HHAVAHH da Forlì.

Amanda

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