Chiude l’edizione 2018 di Summerfield e lo fa con una serata adrenalinica che ha visto alternarsi sul palco due band che proprio quest’anno compiono 30 anni ma sembrano non invecchiare: Persiana Jones e Punkreas.
Due band storiche della scena rock alternativa italiana, come dimostra l’età media del pubblico, decisamente più alta delle serate precedenti, e la presenza di genitori e figli assieme ad assistere ai live di due gruppi che hanno accompagnato almeno due, se non tre, generazioni diverse di fan.
Ad aprire la serata sono i torinesi che sono tornati a suonare proprio per festeggiare le prime tre decadi di carriera dopo un silenzio che durava dal 2015. Inutile negarlo: un po’ di ruggine c’era e si vedeva, ma la prestazione è stata comunque degna di nota. Una scaletta tirata, con alcune chicche d’annata e anche un inedito che potrebbe far sperare in un nuovo album tutti i fan della band.
Lo show parte presto, forse anche un po’ troppo vista l’iniziale freddezza del pubblico, ma i Persiana Jones hanno voglia di suonare e trascinano i fan presenti in un crescendo che culmina con la classica Tremarella in chiusura per un concerto che alla fine, siamo sicuri, ha soddisfatto tutti, sia i fan che la band.
Breve pausa per il cambio palco ed è il momento dei Punkreas che partono subito fortissimo tanto da innescare una piccola querelle con la sicurezza per la particolare “vivacità” dei fan, immediatamente risolta con buon senso e libertà di pogo.
Il concerto della band “di casa” procede con una scaletta che prevede, come prevedibile, i brani del nuovo Ep In Equilibrio uscito la scorsa primavera oltre agli altrettanto prevedibili siparietti contro la “mai amata” Lega di Matteo Salvini.
Decisamente meno scontato invece il resto della scaletta con brani “datati”, che nel corso degli anni avevano lasciato posto a quelli più recenti, rispolverati per l’occasione per la gioia di tutti i fan tra cui una ragazza particolarmente entusiasta, tanto da sfoggiare un topless come nella migliore tradizione hard rock.
Gran finale con i “classici” della band che chiudono con il botto un Summerfield 2018 quanto mai variegato sia dal punto di vista musicale che, conseguentemente, da quello del pubblico confermandosi come l’ultimo, ma solo cronologicamente, dei festvial estivi.

Nato a Sesto San Giovanni ma con sangue 100% “made in sud” nella settimana in cui primeggiava in classifica “Carletto” di Corrado. Suonava benino il pianoforte, ora malissimo la chitarra
Cresciuto a Battisti, Battiato e Renato Zero, sviluppa una passione per i cantautori che ancora lo accompagna.
Al liceo scopre il punk e lo ska e abbandona un’adolescenza tamarra, il passaggio al rock è una normale evoluzione. Spotify gli spalanca le porte dell’Indie, parola che in ogni caso odia.