Un ottimo “Curriculum Vitae“, quello che esce per Needn’t il 6 marzo, l’album d’esordio di RAREŞ.
Nato a Birlad in Romania ma cresciuto a Marghera – la storica zona industriale di Venezia – e trasferitosi a Bologna per studiare elettronica al Conservatorio, vincitore a marzo 2019 della prima edizione di “Freschissimo” (contest dedicato ai talenti dell’Emilia-Romagna) che lo porta a suonare al festival bolognese “Tutto Molto Bello”, una voce potente, alla Michael Kiwanuka, questo ragazzo ha scelto il suo nome di battesimo, Rareş, a conferma dell’atteggiamento sincero con cui si pone nell’esordire nella musica italiana.
Sincero come la sua passione, che trapela dalla voce e dai testi, sincero come la voglia di fare qualcosa che non è solitamente incluso tra i generi e le tendenze musicali più in voga al momento, senza compromettersi in cerca di un facile successo.
Prodotto, registrato e mixato da Marco Giudici (già apprezzato per la collaborazione con artisti già abbastanza affermati quali Halfalib, Any Other, Generic Animal), il disco è anticipato dai singoli Io non ho parole in più, Calma e Spalle più.
Tra melodie soul, liriche emotive e un cantato dal retaggio molto “black”, sprazzi di funky e ballad simil-swing, Curriculum Vitae è un progetto dall’estetica pop ma dall’anima fortemente soul, un mix di modernità e analogico che fa accoppiare l’r&b odierno con le reminiscenze blues e l’indie rock.
Le parole, rigorosamente in italiano, a volte ricercato, sono poche e a tratti confuse, a volte abbinate con associazioni e giochi interessanti.
In particolare i brani già usciti come singoli hanno la giusta attrattiva anche dal punto di vista della base su cui svilupparsi e coinvolgere l’ascoltatore.
Spalle più con un testo significativo in cui si riconosce alla donna la forza maggiore all’interno della coppia e l’importanza come figura di supporto, quasi paterna, è impreziosita dalle chitarre a fornire il groove perfetto su sui stendere la voce.
Calma è invece una dichiarazione introspettiva che parte, si slancia e si innalza su un ritmo arioso, aperto e trascinante.
Colpisce poi nella sua semplicità l’efficacia comunicativa di un testo come quello di Miruna, che si integra perfettamente con il suono riflessivo psico-esotico-zen e rockeggiante nel finale.
Molto intensa la canzone Cresci che riflette sul fatto che “a un certo punto cresci e non sei più tu, tutto ciò che eri ora non sei più”, con l’interessante coda finale.
Onirico e affascinante il potpourri del mondo di Rareş contenuto nel testo e nella musica psichedelica trascinante di Marcellino, così come l’enigmatica Vene più a chiusura del disco.
Ci sono sicuramente momenti più noiosi e statici ma alcuni pezzi sono validi e nell’insieme offrono un’alternativa all’interno della scena musicale italiana. Il tutto è orchestrato in modo tale da far percepire la voce di Rareş come uno strumento a sua volta, in grado di impennarsi e volare in alto, accompagnando l’ascoltatore in questi voli pindarici ideali.
Con queste premesse, relative a un album genuino che non ha sofisticazioni sonore, non può che seguire un tour in cui è tutto suonato dal vivo. Ecco le date:
07.03 Mestre (VE) – Argo16
28.03 Carpi (MO) – Collettivo Mattatoyo
31.03 Urbino – Fuoritema
17.04 Bologna – Locomotiv Club
24.04 Genazzano (RM) – Fuochi nella Notte Festival
02.05 Rapolano Terme (SI) – TvSpenta dal Vivo – Preview
14.05 Prata di Pordenone (PN) – Kristalia Club
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Detto “Piccia”, laureato in Filosofia, vive a Perugia, nel binomio tra natura e cultura.
Infatti alterna passeggiate meditative nei boschi al consumo compulsivo di musica, libri, fumetti, film e serie tv, frequentando soprattutto concerti, librerie, musei, graffiti sui muri e Irish Pub.
Cresciuto con il rap italiano, è diventato adulto (solo anagraficamente) con cantautori, rock, metal, folk, elettronica e vari altri tipi di suoni, andando spesso alla ricerca di quelli più strani.
Fan sfegatato ed esperto conoscitore di Caparezza, che gli ha aperto le porte della percezione più di Aldous Huxley, ne ha fondato il Fan Club umbro (di Caparezza, non di Aldous Huxley; almeno per ora).
Scrive di tutto, per dare sfogo ai suoi pensieri e uscire dal ricco e immaginifico mondo che ha in testa… O per entrarci ancora di più.