È morto ieri Ozzy Osbourne, il “Padrino dell’Heavy Metal” è scomparso nella sua Birmingham, dove era nato 76 anni fa.
Proprio nella sua città natale poche settimane fa si era ritirato dalle scene, con un ultimo concerto i cui video erano diventati virali commuovendo un po’ tutti con brani come Mama, I’m coming home che oggi, ancora di più, suonano come una lettera di addio.
Nato nell’immediato secondo dopoguerra, si appassiona alla musica grazie ai Beatles, un amore che non rinnegherà mai definendo il suo incontro con Paul McCartney come “l’incontro con Gesù Cristo”.
Poco più che ventenne a fine anni 60 fonda i Black Sabbath e diventa così uno dei pionieri dell’Heavy Metal guadagnandosi il titolo, con cui amava appellarsi, di “Principe delle Tenebre” per i riferimenti satanici e occulti.
Circa 10 anni dopo, nonostante i numerosi successi e album come il leggendario Paranoid, è costretto a lasciare la band a causa dei suo problemi di abuso di alcool e droghe dovuti anche in parte alla depressione per la perdita del padre.
La fine del sodalizio con i Black Sabbath rese ancora più autodistruttivo lo stile di vita di Ozzy che, aiutato però dalla sua futura moglie e manager Sharon, trovò il modo di tornare sulle scene con un nuovo progetto solista di immediato successo con il disco Blizzard of Ozz.
Nonostante i continui problemi di dipendenza e i tentativi di disintossicazione, gli anni 80 sono un periodo di grande successo per Ozzy che ritrova anche gli ex-compagni nello storico Live Aid di Wembley e si cimenta anche in alcuni film horror.
Il copione della sua vita non cambia, alterna periodi di grande produttività e successo (come il fortunato sodalizio con Zakk Wylde) a periodi di abusi e conseguente abbandono delle scene per disintossicarsi.
La vita di eccessi e le leggende metropolitane sul suo conto (la più celebre quella di aver mangiato un pipistrello vivo, cosa parzialmente avvenuta ma ritenendo fosse un giocattolo) gli hanno permesso di raggiungere una popolarità forse unica per un musicista metal.
È anche a fronte di questa popolarità che negli anni 2000 MTV decide di realizzare “The Osbournes”, un reality show sulla sua famiglia ripresa nella quotidianità.
Nel 2006 entra nella Rock and Roll Hall of Fame come membro dei Black Sabbath (con cui si riunirà qualche anno dopo) e nel 2024 viene introdotto anche come solista.
Nonostante diversi problemi di salute (non ultimo il Morbo di Parkinson) e la partecipazione a progetti di vario genere, fino all’ultimo sarà la musica il suo impegno principale con l’ultimo album in studio, Patient Number 9, datato 2022.
Icona dark, personaggio della cultura di massa e innovatore musicale, Ozzy Osbourne ha collaborato con praticamente tutti i musicisti più importanti del suo tempo e ha lasciato un segno nella musica rock e metal molto più profondo di quanto i 3 Grammy, i 100 milioni di dischi venduti e gli altri riconoscimenti possano raccontare.
Ci lascia in eredità 12 album solisti e 9 con i Black Sabbath, oltre a quelli dal vivo e ad una serie di partecipazioni televisive e cinematografiche.
Carismatico, trasgressivo, irriverente e dedito agli eccessi ma allo stesso tempo generoso, autoironico, talentuoso e capace di riconoscere il talento altrui, dote spesso sottovalutata.
Se è vero che nella sua vita ha tentato più volte il suicidio per scoprire cosa c’è dopo la morte, oggi sarà contento di averlo finalmente scoperto. O forse, come ha detto qualcuno, il Principe delle Tenebre è semplicemente tornato a casa.

Nato a Sesto San Giovanni ma con sangue 100% “made in sud” nella settimana in cui primeggiava in classifica “Carletto” di Corrado. Suonava benino il pianoforte, ora malissimo la chitarra
Cresciuto a Battisti, Battiato e Renato Zero, sviluppa una passione per i cantautori che ancora lo accompagna.
Al liceo scopre il punk e lo ska e abbandona un’adolescenza tamarra, il passaggio al rock è una normale evoluzione. Spotify gli spalanca le porte dell’Indie, parola che in ogni caso odia.









