Una “Vita Bellissima” per Montegro, il suo primo album.

C’è una nuova voce nel cantautorato pop italiano che ha deciso di esordire con un disco, “Vita Bellissima”, che parla di verita, contraddizioni e ritorni all’essenziale: Montegro.

Nome d’arte di Daniele Paolucci, cantautore abruzzese trapiantato a Roma, dopo la collaborazione con Max Gazzè in “Un’altra adolescenza” e la menzione speciale del Club Tenco per “Occhi stanchi”, pubblica il suo primo album, “Vita bellissima.

Otto tracce che raccontano un presente fragile, ma pieno di umanità

Prodotto insieme ad Antonio Di Santo, il disco è costruito su un approccio “suonato”, caldo, artigianale.

Chitarre classiche, fiati e archi si intrecciano a ritmiche dal respiro internazionale, creando un equilibrio raro tra tradizione e modernita , Montegro ha spiegato di aver voluto “spogliarsi dall’eccesso e tornare a un suono essenziale” e si sente…

“Vita Bellissima” è un album vivo, fatto di respiri, di corde che vibrano e parole che pesano il giusto.

Il disco si apre con “Benedetta malinconia”, già singolo di lancio, che definisce da subito l’identità del progetto: un pop elegante, con radici mediterranee e malinconia lucida. 

“Vita Bellissima” risulta essere una sorta di concept album in cui Roma, la citta che ha accolto Montegro, è protagonista con le sue luci ed ombre.

In “Abbracci da via Casilina” si respira la città in tutta la sua contraddizione: accogliente e ruvida, caotica e poetica. Non una Roma da cartolina, ma la “Città Eterna” vissuta nella sua quotidianità problematica.

La title track “Vita bellissima” è il cuore pulsante del lavoro: una canzone che usa metafore calcistiche per parlare di precarietà , di rapporti che cambiano, di una società dove tutto sembra muoversi troppo in fretta.

In “Cerco di te” torna un’eco elettronica che ricorda i primi esperimenti dell’artista, mentre “Tuttobanale” si fa piu intima è autobiografica: un racconto disilluso nato dal periodo in cui Montegro lavorava come rider a Roma.

“Grattarti la schiena” invece è una ballad dolce e minimale, che celebra l’amore nei piccoli gesti quotidiani, di contro “Ci balli su” regala una parentesi piu leggera, con ritmi sudamericani, l’aria da tramonto estivo e un ritornello che ti entra subito in testa.

Gran finale con “Facciamo di peggio”che è una stretta allo stomaco: è un brano che affronta la disillusione e la stanchezza, ma con una consapevolezza nuova.

È il saluto di un disco chè non promette soluzioni, ma invita a restare umani.

Voto 8,5.