Intervista a Il Fieno

 

Una delle nostre prime interviste non potevamo che farla ad una delle band che più ci sta a cuore. Si tratta de Il Fieno. Se volete sapere perché ci hanno colpito, non dovete far altro che leggere queste domande, ma soprattutto le loro risposte!


Da cosa è dipesa la scelta di aprire il disco con una canzone come “Poveri stronzi”? Che messaggio volete diffondere? Non avete paura di diventare nazional popolari?

“Poveri stronzi” è uno dei pezzi più d’impatto del disco, sia musicalmente, sia per il testo e la scelta di usarla come incipit è stata pressoché automatica e unanime. Volevamo copiare l’intro di “Unknown pleasures” dei Joy Division… ovviamente non ci siamo riusciti. Riguardo al messaggio, è una canzone che parla degli ultimi vent’anni di questo paese attraverso i nostri ultimi vent’anni. È il privato che diventa specchio del pubblico e viceversa, il che, a ben vedere, può essere inteso come nazional popolare.

Le vostre canzoni hanno una vena malinconica. Dipende dalla vostra vita privata o dalla voglia di trasmettere determinati sentimenti e sensazioni?

Credo dipenda, oltre che dalle esperienze personali e dal tipo di persone che siamo, anche dal posto in cui viviamo. Prendi ad esempio città come Manchester per gli Smiths e i Joy Division, oppure Bristol per il trip-hop in generale. Il posto dove vivi ti influenza inevitabilmente.

Come e quando avete scritto questo disco? Scrivete insieme? Che processo creativo avete?

Questo disco è nato nel corso dell’ultimo anno e mezzo, nonostante alcuni testi abbiano radici molto più profonde. Riguardo al processo di scrittura, in genere lavoriamo su demo singole che portiamo in sala prove da casa, quindi si può dire che anche quando l’idea musicale parte da uno solo di noi viene poi sviluppata da tutti. I testi li scrive Gabri: a volte arrivano subito, altre volte alla fine, altre ancora nascono prima che il pezzo prenda una forma definitiva.

Che obiettivi sognate di raggiungere con questo disco?

Diventare Snoop Dog.

Come e quando siete diventati una band?

Nel momento in cui quattro persone si ritrovano insieme e capiscono di aver qualcosa da dire e qualcuno disposto ad ascoltarle, in quel momento nasce una band. O una terapia di gruppo. Nel nostro caso, visto il numero di cambi di formazione, potremmo dire che sono nate entrambe le cose.

I sentimenti come la paura, i rimpianti ed il disagio sembrano attraversare tutto il disco. È una giusta sensazione?

Sì, anche se a voler ben vedere questo non è un disco così negativo. Amaro forse, a tratti arreso, ma anche pieno di cose belle. Prendi “Del conseguimento della maggiore età”: non facciamo che ripetere la parola “merda”, eppure è tutt’altro che una canzone pessimista. Alla fine in questo disco c’è pure un sacco di amore.

Con che parola vi definireste?

Ci hanno detto che uniamo new wave, pop-rock e cantautorato. Noi ci definiamo semplicemente New Delhi. Qualcuno sa perché.

Domanda libera: diteci tutto quello che volete.

Allora vi diciamo che il disco uscirà il 26 febbraio, ma il 30 gennaio lo suoneremo tutto in anteprima al Circolone di Legnano, prima del live di Edda: siateci! In caso contrario, da febbraio in poi suoneremo praticamente sempre e dovunque nel nord Italia, quindi venite su ilfieno.it o su facebook.com/ilfieno e tenetevi aggiornati sulle date.

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