THE 1975 – I Like It When You Sleep, For You Are So Beautiful Yet So Unaware Of It

ETICHETTA: Interscope

GENERE: Synth pop / Pop rock

ANNO: 2016

Dopo tre anni, la band di Manchester/New Castle ha deciso di tornare con un nuovo, intenso album dal titolo infinito. I Like It When You Sleep, For You Are So Beautiful Yet So Unaware Of It è il secondo studio album prodotto dai The 1975, che contiene diciassette tracce, per un totale di settantacinque minuti. Forse un po’ troppi. In pole position nel Regno Unito e negli States, questo album ha sicuramente destato la curiosità della critica musicale, che si è chiesta se fosse o no all’altezza del loro album platinato. Anticipato da un importante hype, con la chiusura di tutti i social, per poi tornare con un’immagine evocativa: 1975-2. Il loro ritorno, insomma.

L’album parte con 1975, ovvero un brano introduttivo piuttosto scarno, che ricorda gli inizi dei brani degli M83, ma che si interrompe bruscamente. Il primo pezzo effettivo è Love Me, nonchè il primo singolo uscito dell’album. Un brano vitale, dal ritmo pop e “catchy”, con rimembranze degli anni ’80, dei Duran Duran e un grande David Bowie. Si prosegue con UGH!, ritmo r&b che parla di droga e della relazione di Healy con essa. Abbastanza ripetitivo, ma ballabile. A Change of Heart è, invece, molto più romantico, dream-pop e dal testo totalmente idiota. She’s American ricorda un pochino le canzoni dei Panic! At the Disco proiettati negli anni ’80 sulla pista della discoteca. Passiamo a If I believe you, un brano che si ispira al soul anni ’70 accompagnato da cori gospel, che però rimane sulla corrente synth-pop.

Gli argomenti trattati sono molto più profondi di quanto la musicalità del brano non esprima: ateismo, dubbi e dolore. Please Be Naked è il secondo brano strumentale, che subito ricorda gli M83 e Sigur Ros: intenso, malinconico e pieno di pathos. Si procede poi con Lostmyhead, con un inizio evocativo della perdita della sanità mentale espressa nel titolo. Di nuovo si parla di droga e della dipendenza del cantante, rimanendo nella linea del synth-pop. The Ballad of Me and My Brain è un ritorno alle origini degli The 1975, che ricorda soprattutto i brani del loro album precedente e la loro inconfondibile musicalità. Somebody Else parla di tradimento e lo affronta in modo soft. In Loving Someone permane la musicalità synth-pop ed elettronica del brano precedente, con l’aggiunta però di r&b e un pochino di rap. I like it when you sleep, for you are so beautiful yet so unaware of it è l’omonimo dell’album ed è un pezzo strumentale, che esprime quello che chiunque pensa a leggere il titolo: romanticismo, sogni, malinconia, adolescenza. Potrebbe essere una traccia perfetta per una scena d’amore in un film indipendente.

Proseguiamo con The Sound, un pezzo anni ’80, con qualche vocalizzo alla David Bowie e ritmi dell’album “The 1975”, ma ha poca vitalità e sembra di averlo già sentito qualche minuto prima all’interno dell’album. This Must Be My Dream ha un sapore sognante, adolescenziale. Se dovessi colorare questo brano sarebbero colori pastello, con nuvole e palloncini. Paris è l’ennesimo brano sulla droga di questo album, che è però in contrasto con la musicalità soft e frivolo. Nana è un cambiamento repentino per le orecchie dell’ascoltatore: sulla base elettronica, Healy aggiunge una chitarra acustica, ispirandosi al folk rock. Infine, abbiamo She Lays Down, il brano più nudo e crudo, che tratta della depressione post-parto della madre del frontman. Totalmente decontestualizzato dal resto dell’album, è un pezzo in acustico con un solo microfono, come se fosse cantato live davanti a qualcuno.

Nel complesso, un lavoro che è come stare sulle montagne russe, in cui a volte riesci quasi a provare emozioni intense, ma per la maggior parte del tempo sbadigli. “Musichetta” pop rassicurante, ottima come sottofondo estivo o per una serata romantica. Mi sarei aspettata qualcosa di più crudo e brani che si distinguessero uno dall’altro, invece di trovarmi un brodo misto insapore.

Carmen Mc Intosh