Macchia WP: il nuovo nome del panorama Itpop

Nella fucina di artisti partoriti dal 2016 ad oggi dall’Itpop, spunta un nuovo nome: Macchia WP.

Come in tutte le musiche di genere, una volta codificato un linguaggio fatto di convenzioni e stilemi condivisi da una collettività, emerge chi riesce a rielaborarli con credibilità senza uscire dal recinto, aspettando che un giorno arrivi qualcuno che rimescoli le carte.

Macchia WP non ha il timore di essere etichettato e si mostra e definisce, tramite i propri canali online, un’artista orgogliosamente indie e itpop. Pochi giorni fa è uscito su soundcloud il suo primo ep Alcuni pensieri ricorrenti autoprodotto, con l’aiuto di due amici, in collaborazione con Spiagge Records

Ma oltre alla matrice nostrana contemporanea fortemente presente, Galeffi, Frah Quintale e Canova su tutti, vi è una buona dose di chitarre elettriche, melodie e interpretazione vocale di stampo Britpop, mescolata con sapienza.

Le sonorità spaziano dalla ballata rock pop più tradizionale (Autoritratto, Katmandu, Questa notte in segreto), al revival anni ’80 da dancefloor dal sapore new wave (Con le amiche tue, Felici ed infelici) fino al più moderno, con soluzioni a tratti “sperimentali” (Manet e Degas).

Le canzoni sono ben fatte, e raccontano con leggerezza squarci di vita quotidiana e di sogni e amori nati in provincia.

Interessante come in Autoritratto, forse la canzone più catchy insieme a Con le amiche tue, viene declinata la lezione di Pop X per creare un bridge più soffuso e delicato, cantando melodie lunghe con voce effettata mentre l’arrangiamento si spoglia dei suoi elementi, in maniera estremamente coesa e “seria”, rovesciando in qualche modo l’influenza originaria.

Infine, una menzione di merito agli arrangiamenti, curati e mai banali, raggiungono momenti di vera originalità e poeticità nelle code finali. In Katmandu trombe e maracas costruiscono un dolce defluire della canzone, in un curioso incontro tra For Emma di Bon Iver e Love Yourself di Justin Bieber e, in Questa notte in segreto dove il contrasto tra la voce dimessa e malinconica del cantante e il caotico muro di chitarre distorte e piatti aperti, regala un’atmosfera nostalgica di forte intensità.