“Marketing Heroes”: gli eroi punk di Velvet Media

Stavolta non trattiamo un’opera prettamente a tema musicale ma una lettura che in qualche modo è connessa in particolare all’anima del rock: sì, perché esploreremo qui la possibilità di vivere lo spirito rock e l’energia della cultura giovanile, tra manga e punk, anche nei contesti economici, aziendali e in generale lavorativi, conoscendo gli “eroi del Marketing” nella storia autobiografica di BASSEL BAKDOUNES, creatore dell’innovativa realtà che è VELVET MEDIA (qui il sito ufficiale): “Marketing Heroes. Fare impresa tra manga e rock’n’roll. La storia di Velvet Media”, questo è il titolo del libro, edito dalla stessa Velvet Media.

Del resto il tema è attinente anche perché abbiamo già parlato, proprio in questa nostra rubrica sui libri, di come il mondo della musica sia cambiato e, volenti o nolenti, non si possa più prescindere dall’importanza del marketing nel successo di un progetto musicale (vedi articolo qui). Quindi questa lettura può essere molto interessante per capire come l’ostinazione nel seguire le proprie passioni, il mantenere lo spirito giovane, l’atteggiamento innovativo, possano essere determinanti nell’influenzare anche un mondo difficile col quale scontrarsi come quello economico.

Ed è proprio quello che è successo con Velvet Media.

Nata da un progetto “fratello” (nel libro capirete perché) del noto e ormai affermato Ninja Marketing, dall’intuizione di porsi come “ufficio marketing in outsourcing per aziende o totalmente prive di un ufficio marketing o che non ne hanno tutte le funzioni internamente”, si basa sul concetto di Marketing OmniChannel, ponendosi come interlocutore unico a 360° per i diversi aspetti coinvolti nella strategia di comunicazione, permettendo di risparmiare soldi e tempo

Aggiunge poi al suo core business anche la ricerca, selezione e sviluppo di side projects ad alto potenziale legati al mondo del marketing con particolare attenzione al digital. Il tutto è nato però ancora prima, dall’essere stati pionieri dell’era Social quando ancora nessuno credeva nelle potenzialità di questo mezzo:

“Che a Velvet fossimo degli apripista lo conferma un dato: nei primi mesi dovevamo spiegare per filo e per segno il nostro servizio. Le aziende erano convinte infatti che i social network fossero un gioco per ragazzini. Il contesto è cambiato velocemente, per fortuna, sicché la gente ora sa da sé che i social sono necessari per fare affari. In tempo zero eravamo diventati un’azienda social”.

Il libro, scritto in prima persona con tono narrativo, molto scorrevole, si divide in due parti: la prima è la storia autobiografica del protagonista di tutto questo: Bassel Bakdounes, nato nel 1979 a Castelfranco Veneto da mamma trevigiana e papà siriano, cresciuto a suon di punk, manga e cartoni animati giapponesi.

Fin dalle prime pagine, emerge come la determinazione, arma vincente dell’autore e protagonista di questa impresa, sia sempre stata un suo marchio di fabbrica e come tutto sia cominciato dall’aver messo su la classica band punk da liceo, sapendo poi passare da ciò alla realizzazione di una fanzine, punto di riferimento del genere e da questa a un’etichetta discografica indipendente (ecco il forte legame con il mondo musicale che fa da sfondo a tutta la storia).

Il tutto, e questa è un po’ la sintesi globale, è stato corroborato da una forte competenza in materia; e inizialmente da un ascolto spasmodico di sempre più dischi, da una ricerca continua e da una continua curiosità, aiutata da conoscenze e amicizie a volte nate anche per caso: in poche parole, dal coltivare la propria passione, con il relativo bisogno di racimolare soldi per farlo, e dall’interazione con gli altri.

Quindi, da semplice appassionato di punk a creatore di una fanzine e poi di un’etichetta discografica indipendente, da operaio all’assemblaggio a lavoratore a cottimo accatastando legnetti, dopo la laurea in Comunicazione e un Master, Bassel diventa stagista alla Ferrari (addirittura prendendo il posto di Lapo Elkann), poi alla Philip Morris.

Organizzatore di eventi e concerti nel tempo libero (arrivando a guadagnare discrete somme), successivamente si mette a fare recensioni in cambio di accessi gratuiti ai live, fonda per gioco il marchio di abbigliamento Latin Lover (incredibilmente ispirato alla canzone omonima di Cesare Cremonini) con il quale sponsorizza e lancia la band vicentina dei Lost, portandola fino al successo (scalzando dal primo posto in classifica gli internazionali e allora dominanti Tokio Hotel), finché il suddetto marchio viene “rubato”, cioè copiato e immesso nell’alta moda da Chanel, per cui alla fine, dopo una lunga lotta legale contro un colosso, Bassel perde tutto.

E da qui ancora, dopo brevi e saltuarie esperienze, con il conto in banca ridotto a soli 256 euro, Bassel riparte con Velvet (che poi diventerà Velvet Media), mettendo su una società pioniera nel couponing alla quale poi si uniranno le attività di Social Media Marketing e di editoria, generando in soli due anni un indotto per i commercianti di oltre 10 milioni di euro, fino ad arrivare alla situazione attuale in cui la sua “impresa” (l’autore stesso sottolinea come sia stata un’impresa in tutti i sensi), rappresenta un modello di business innovativo.

Questo perché Bassel, aiutato dalla sua inclinazione personale, è stato capace di intuire che anche nel mondo del lavoro e dell’economia l’originalità e le strade alternative sono valide e funzionali anche più dei metodi tradizionali, che inventarsi qualcosa, come lui ha sempre fatto nella sua vita fin da adolescente, costa sacrificio ma ripaga molto più che seguire percorsi precostituiti e standardizzati e che la creatività sta nell’andare oltre le regole e i limiti imposti, che da buon punk, lui ha sempre odiato.

E questo vale tanto più in un settore specifico, fondamentale e trainante dell’economia attuale, come quello del marketing, in cui secondo lui “tutto va reinventato di minuto in minuto”.

Questo “andare contro le regole”, si concretizza nella seconda parte del libro in cui, tramite le similitudini con diversi personaggi dei manga e degli anime (uno per ogni capitolo) che hanno costituito la sua formazione come persona, viene raccontato un po’ il mondo di Velvet Media.

Soprattutto, prendendo spunto dalla morale controcorrente di Capitan Harlock, in qualità di imprenditore e capo, Bassel ritiene che anche nell’ambiente lavorativo la libertà creativa vada incentivata con un rapporto di fiducia e di approccio umano, creando vere e proprie relazioni di amicizia, che permettono il lavoro di gruppo come quello di una squadra, concedendo ad esempio una libertà nell’abbigliamento e un azzeramento dei formalismi, una flessibilità oraria e in generale un’atmosfera di benessere, che costituiscono un altro segreto per avere risultati migliori, andando anche in questo in controtendenza rispetto ai contesti lavorativi a cui siamo abituati, rendendo Velvet Media una realtà in cui tutti vorrebbero lavorare.

E qui viene fuori l’altro aspetto fondamentale di questa storia e del successo di Velvet: l’umanità e la consapevolezza della necessità degli altri, del fatto che non siamo isole e che senza l’aiuto di persone fidate, senza il rispetto e l’amicizia, da soli, non si va da nessuna parte.

Quindi il libro è un’ottima lettura in quanto racconta non tanto di marketing e dei propri segreti aziendali per affrontarlo (a questo riguardo fondamentalmente sottolinea più che altro l’evidente potere dei Social), quanto piuttosto il coraggio e la forza della propria motivazione come spinta a seguire la propria strada e il fatto che le persone vengono prima, sempre. E di quanto tutto questo sia assolutamente rock.