“IndieJesto”: in una sola parola la sintesi perfetta del nuovo album

IndieJesto è la parola perfetta che sintetizza il tutto.

L’unione delle parole Indie e Jesto sintetizza in un solo termine la perfetta descrizione della sensazione che può provare un ascoltatore del rapper romano di fronte a questo sconvolgimento, che ha tutta l’apparenza di una scelta di convenienza. Ma che forse non lo è.

IndieJesto perché effettivamente questo cambiamento stona così tanto che è difficile da digerire.

IndieJesto perché il rapper Jesto si è dato all’Indie.

Come da copione, si è fatto crescere una folta barba, ha indossato un maglione ed ha affrontato tematiche più introspettive con toni più delicati, mantenendo lo spirito scanzonato, cantando ritornelli intimisti anziché strofe rappate nello stile grezzo e provocatorio con il quale si è contraddistinto per anni.

In realtà già con l’ultimo album del 2018, Buongiorno Italia, il cui singolo Stories d’amore ha superato gli 8 milioni di ascolti su Spotify e le 5 milioni di visualizzazioni su YouTube, si era notato un cambiamento evidente di rotta, con basi tra la trap e il pop dai ritmi sincopati ma che strizzano l’occhio al folk e alle tipiche sonorità della musica popolare italiana, mescolando chitarre e sintetizzatori, mandolini e 808, e metriche meno improntate al rap e più al canto, riducendo il flusso di parole in favore di una comunicazione più essenziale e diretta, abbracciando così l’eredità musicale del padre, il cantautore Stefano Rosso, quello che cantava “Che bello! Due amici, una chitarra e uno spinello”.

Di certo, rispetto al fratello Taiyo Yamanouchi noto anche come Hyst, eclettico e versatilissimo attore, rapper, cantautore e cantante, Jesto non si è costruito un’identità definita, nonostante l’innegabile bravura e la passione che ci mette.

Noto per il suo stile ironico e dissacrante, precursore di molte tendenze dell’Hip-Hop italiano. In attività dal 2005, ha pubblicato 5 album ufficiali e numerosi mixtape ed EP, diventando il rapper più prolifico in Italia per quanto riguarda il numero di progetti realizzati. 

Con questo album in cui l’abbandono delle sonorità hip hop è dichiarato e che segna la svolta nella carriera dell’artista, abbraccia il pop ed affronta questo cambiamento da solo, da indipendente. IndieJesto, uscito il 20 dicembre scorso, è quindi un disco di rottura inaspettato, diretto, spontaneo, coerente. 

Analizziamo brevemente le tracce:

Risultano scontati i parallelismi come in Netflix tra il rapporto uomo-donna ed il mondo delle serie TV, giocato su similitudini come “vedersi in streaming”, “levare l’accesso”, “la nuova stagione a pagamento” per descrivere la fine del rapporto.

Così come è scontata l’associazione del tema dell’amore con concetti quali l’ubriachezza in Astemio e la meteoropatia in Piove col sole. O ancora è banale il gioco di parole alla base di (S)Porca che ricorda che non basta una doccia per lavarsi la coscienza, senza contare Stelle Scadenti, titolo che ricorda il peggior Fedez, individuando l’elemento che rende l’amata unica tra tutte le altre.

Però, in fin dei conti, proprio perché non brilla di originalità, non si può ritenere questo album qualcosa di tanto diverso dalle canzoni pop che siamo abituati a sentire in radio.

Al contrario, si può invece riconoscere che Jesto riesce a reggere il confronto ed essere all’altezza di cantanti più tradizionali e più affermati in questo genere. Cioè esattamente quello che si proponeva di fare. Non so che faccia faranno i fan cresciuti con le sue rime rap ma il bello è proprio nella libertà artistica che Jesto sta sbandierando e rivendicando, ancora una volta.

Vegani domani, riflessione sull’ipocrisia dei rivoluzionari da iPhone, di chi vorrebbe fare rivoluzioni ma a cominciare “da domani”, ha un ritornello fortemente rock.

Il gioco di parole rimane una prerogativa anche in un brano totalmente melodico e folk come L’amore in bocca, tra l’«amore»  e l’«amaro» che lascia in bocca.

In Ridere, la voce di Jesto che canta del “ridere insieme” convince dal punto di vista melodico ed emotivo, mentre nella canzone Felice, unico momento di ritorno delle influenze hip hop, viene ripetuta la presa di distanza dalla finta felicità ostentata sui social network.

Un pezzo decisamente riuscito e orecchiabile è Stupido, in cui l’ammissione del fatto che l’amore provoca stupidità, si sposa bene con la grinta sonora di strofe e ritornello, così come è apprezzabile l’atmosfera pop di Astemio e di Estate19.

L’autore ha raccontato così questo disco: «”IndieJesto” è il mio primo disco d’amore: un progetto frutto della spontaneità, concepito in un weekend in campagna tra il fuoco del camino ed i bicchieri di vino».

Ne emerge un suono originale, volutamente asciutto e crudo, con la voce e la chitarra a dominare su tutto il resto, usando gli arrangiamenti in maniera minimale. Un disco che si può ricantare anche semplicemente con una chitarra in mano, come da tradizione italiana.

«Il bello dell’assoluta indipendenza musicale è che posso far uscire quello che voglio, quando e come voglio. Posso permettermi di far uscire un disco a sorpresa, sotto Natale, senza dover per forza anticiparlo con dei singoli, fregandomene delle dinamiche classiche dell’industria musicale. Quando ho bisogno di comunicare lo faccio, senza previsioni o calcoli. Attualmente questo approccio spontaneo, oltre che nella fase compositiva, anche nella parte promozionale, esprime al meglio il mio modo di essere e la mia visione della musica. Le tempistiche e le regole del mercato non si sposano con la mia necessità di comunicare in maniera sempre nuova» (Jesto)

Sarà vero? Si tratta dell’ingenua ispirazione frutto di un innamoramento o di una mossa di adattamento alle tendenze attuali?

In ogni caso, anche nell’ultima ipotesi, l’atteggiamento camaleontico si sgama subito e non riesce bene se non si ha del talento alla base. E si sa che qui, in famiglia, del talento c’è.

Fatto sta che, dopo un lungo (e probabilmente sofferto) peregrinare per la strada del rap underground, forse Jesto ha trovato la sua vera dimensione.

O forse no, forse cambierà ancora, perché la caratteristica di Jesto, nel bene e nel male, è quella di essere sempre un passo avanti.