Hype Aura? Puoi affrontarla con l’album dei Coma_Cose

Un gioco di parole già nel titolo.

Nello stile tipico e ormai riconoscibile dei COMA_COSE, fondendo una frase in italiano su una sensazione (“Hai paura?”) con termini dello slang giovanile in inglese, il duo milanese ha creato intorno al nuovo disco letteralmente un’aura di “hype”.

Si chiama infatti Hype Aura l’attesissimo album di debutto sfornato lo scorso 15 marzo, sotto etichetta Asian Fake, dal duo nato nel 2017 dall’incontro di un ragazzo e una ragazza che lavoravano insieme come commessi in un negozio e che si sono affermati come personaggi particolarmente creativi.

Una si fa chiamare California, proveniente dal mondo dei rave party, l’altro si chiama Fausto Zanardelli ma si fa chiamare Fausto Lama ed è meglio conosciuto da pochi seguaci del rap più autoriale come Edipo, un rapper dai testi assolutamente originali e guardacaso scelto da Dargen D’Amico per la sua etichetta GiadaMesi.

L’esordio dei Coma_Cose è stato segnato da canzoni più propriamente rap rispetto a quello che fanno ora, un rap particolare e potente che conserva il fascino dell’old school, a tratti anni ’90, stile Beastie Boys, eppure al tempo stesso talmente futuristico che sembra venire dagli anni prossimi; in sostanza quindi è rap puro reso più accattivante, come avviene in Golgota, Cannibalismo e Deserto.

Poi con il primo EP Inverno Ticinese  si è avuto un passaggio alla mescolanza con elementi pop, stile indie, ritornelli più cantati.

Ora, con il primo album ufficiale Hype Aura, c’è un ulteriore passaggio: quello alla consacrazione e quindi una maggiore presenza dell’autocelebrazione (compare solo adesso il nome Coma_Cose ripetuto in diversi brani, la classica firma vocale lasciata dalla maggior parte dei rapper nei vari brani).

Abbiamo già accennato qui la musica d’effetto e la fitta rete di riferimenti e deliri linguistici presenti nel singolo Via Gola.

In tutto l’album è presente questa commistione di stilemi e stereotipi, di esercizi di stile e di creazioni geniali, di ironia e di malinconia, di sperimentazioni sonore dagli echi elettronici e di citazioni da hipster nei testi (e nei modi di cantarli).

Inoltre è ricorrente a livello di contenuti una certa consapevolezza di essere vittime del consumismo e della tecnologia imperante, consapevolezza che non è così comune nei rapper più recenti.

Solo in Beach Boys Distorti forse si arriva a un’esagerazione dell’imitazione delle mode e tendenze attuali e comunque anche qui potrebbe esserci nascosta tra le righe una chicca geniale: anche qui è ripetuto il nome del gruppo ma sotto mentite spoglie: da “Coma Cose” a “Cosa? Come?”, una sostituzione di lettere che descrive precisamente la capacità di muoversi nell’ambito di giochi di parole ironici in modo molto sottile e di stendere testi che hanno la qualità di attrarre le masse per orecchiabilità e impatto sonoro pur avendo in realtà una struttura piena di riferimenti e quindi un’elaborazione non facilmente percepibile, ma che va studiata.

Altro aspetto geniale: una Intro messa in chiusura del disco, che indica una fine che vuole essere un nuovo inizio, forse un invito a riavvolgere e riascoltare l’album, oppure una visione rovesciata di quella che è la normalità, o ancora, aspetto più probabile, la volontà di tracciare l’inizio di un nuovo percorso che continua da qui e proseguirà sicuramente, visto che gli Squali, come si autodefiniscono nella penultima traccia, stanno cavalcando l’onda di un successo e di un attenzione mediatica assolutamente meritati.

Infatti è decisamente apprezzabile il livello di scrittura: certi giochi di parole e certe frasi fanno venire i brividi per quanto sono d’effetto e non c’è un unico registro perché i Coma_Cose sanno padroneggiare quasi tutte le più diverse tecniche di scrittura dei rapper più recenti, dalla scansione vocale ritmata tipica della trap, ai giochi di parole, e anche in questi ultimi si passa da quelli poetici, a quelli più conscious, di critica sociale o di introspezione, alle punchline votate solo allo humor.

A tutto questo va unito il suono elettronico/pop creato dai produttori, il duo Mamakass che ha prodotto altri illustri autori e sperimentatori come Dargen D’Amico, Mezzosangue, Meg e Galeffi.

Insomma, è tutto un sottile equilibrio tra toni leggeri e profondi, tra parole che si intersecano in calemboeur e rime che descrivono scene della vita metropolitana di Milano.

Ecco, queste sono le prove che il progetto Coma_Cose è uno dei più interessanti da seguire.

Ed ecco perché, in opposizione agli idoli della trap, panorama ormai abbastanza massificato, i Coma_Cose rappresentano a mio avviso la vera novità tra gli artisti più moderni del panorama musicale italiano più giovanile, la perfetta sintesi positiva dei tempi in cui viviamo, in quanto in grado di incarnare al meglio la visione di quest’epoca senza scadere nel trash e nello squallore della povertà di contenuti e di capacità creative, incarnando al meglio la freschezza giovanile e moderna, esaltandone gli aspetti positivi senza portarsi dietro quelli negativi solitamente correlati, in un perfetto inquadramento di stile.

Questo è Granata, l’ultimo video ufficiale estratto dall’album:

Mentre queste sono le prossime date del tour:

07.04 Senigallia (An), Mamamia
08.04 Torino, Teatro della Concordia
12.04 Napoli, Casa della Musica
13.04 Modugno (Ba), Demodè Club
15.04 Roma, Atlantico