Home Festival 2019: il racconto dei tre giorni

DAY 1. Arrivo da Venezia col vaporetto e il tram al Parco San Giuliano. Tempo di ritirare il pass foto che inizia a diluviare. Salto sotto l’ombrello di due ragazzi che passano di lì e mi accompagnano all’entrata dell’Home festival. Penso che il festival non sarebbe potuto iniziare peggio: prima la maggior parte degli headliner sono stati cancellati e ora il temporale. Comunque arrivo giusto in tempo per i Canova (niente di nuovo), ascolto il reggae di Alborosie che scalda il pubblico. Di gente non ce n’è molta, purtroppo, perché sia gli Editors che i Rival Sons si sono dimostrati bravissimi. Sono rimasta sorpresa dal carisma del cantante dei Rivals Sons e dalla malinconia degli Editors. 

DAY 2. Il secondo giorno inizia decisamente molto meglio: fuori dal festival c’è una lunga fila, il sole picchia alto nel cielo e mi rendo conto che ieri c’era effettivamente pochissimo pubblico. Il pubblico di oggi è giovanissimo e la maggior parte stipato sotto il palco per i concerti dei trapper prima di Tedua e Noyz Narcos poi. Tedua mi ha molto sorpresa, nonostante facesse trap, ha lanciato molti messaggi positivi. Mi è sembrato discostarsi dalla scena trap monotona e volutamente volgare.
Una bomba d’acqua ha colpito il parco tra il concerto di Noyz Narcos e Franco 126. Tutti eravamo rifugiati sotto il tendono nell’area stampa per almeno un’ora e mezza. Il suono della batteria di Franco 126 fa riemergere tutti dai loro rifugi, ricoperti da coperte termiche per il concerto di franchino. Purtroppo la sua scaletta è stata dimezzata, ma comunque fa un buon spettacolo. Gazzelle ha poi infiammato il pubblico dell’Home Festival a suon di lacrime, i due miei amici non smettevano di piangere più. LP poi ha una voce spettacolare e i suoi fans la amano profondamente. La serata si è conclusa con i due djset di Brina Knass e del celebre Paul Kalkbrenner. Kalkbrenner che, nonostante la semplicità della sua postazione, ha saputo rendere visivamente interessante il suo spettacolo con delle visual avvincenti.
ps. da sottolineare la dolcezza di Verano e i testi crudissimi del rap di Massimo Pericolo

DAY 3. E’ l’ultima giorno e sono in ritardo. Il live di Elettra Lamborghini è stato posticipato, quindi subisco Side Baby e Sick Luke. Il primo è un ex membro della DPG, mentre il secondo non ho ancora capito bene cosa faccia (ha cantato ma anche fatto djset misto tra DPG, Achille Lauro e Lil Pump). Comunque, se Tedua e Massimo Pericolo mi avevano colpito positivamente, ascoltare Side Baby e Sike Luke è stato faticoso. C’è da dire che pubblico era sempre molto giovane e gasatissimo.
Poi è arrivata Elettra Lamborghini. E non avevo grandi aspettative. Invece ho trovato sul palco una ragazza simpatica, divertente e capace di ballare in mezzo alle sue “twerking queens”. Mi ha trasmesso proprio una bella impressione. Ho cantato “Tu chiamami sul trap phone” di Guè Pequeño e poi è iniziato il live di Anastasio. Avevo grandi aspettative per lui: a X factor mi era piaciuto davvero. Sul palco è bravo sì, ma il suo live mi è rimasto indifferente, come quello di Guè.  I Boomdabash sono stati un concentrato di energia, simpatici ma basta dire che siete terroni e del salento dai, l’abbiamo capito.  Young Thug ha continuato la scia rap della giornata, i suoi fans erano estasiati. Bloc Party e Priestess le uniche vere sorprese della serata: il gruppo londinese e la rapper italiana sono state due piacevoli rivelazioni.

Nel complesso l’Home Festival a Venezia è stato un bell’evento, nonostante la pioggia, nonostante la cancellazione di molti artisti e nonostante i (troppi) trapper. Dispiace il fatto che ci fossero pochi spettatori per alcuni gran bei concerti. Dispiace anche che un festival del genere abbia perso così tanta credibilità. Speriamo che l’anno prossimo non ci siano ancora (brutte) sorprese.