Caparezza: racconto di uno show tra musica e arte

In questi primi mesi del 2015 Caparezza torna a calcare i palchi dei palazzetti di tutta Italia con la seconda parte del tour “Museica II: The Exhibition”.

Il palco del Palaevangeslisti di Perugia è allestito come se fosse la stanza di un museo. Intorno alle 20 la platea inzia a riempirsi di fan di tutte le età e gusti musicali, c’è chi indossa magliette di Bob Marley e chi quelle dei Pantera, insomma un pubblico bello eterogeneo. Sono circa le 21:15 quando le luci si spengono e sullo schermo posto in cima al palco vengono proiettate diverse immagini raffiguranti Michele Salvemini, in arte Caparezza, mentre una voce, che simula quella tipica delle audioguide dei musei, ci introduce nel mondo dell’artista pugliese con una certa dose di ironia che è un suo marchio di fabbrica. Dalle due grandi porte poste ai lati ecco entrare i dipendenti del “museo” che trasportano delle casse dalle quali escono i vari musicisti della band, ognuno impegnato ad impersonare un particolare quadro. Dall’ultima cassa ecco uscire il signor Rezza Capa, che fa il verso a uno dei tanti autoritratti di Monsieur Vincent Van Gogh e il concerto prende immediatamente il via con “Mica Van Gogh”, per poi continuare con “Abiura Di Me”, con la quale il pubblico perugino va in delirio.

Le scenografie sono come sempre ottime e le introduzioni ai brani riportano alla mente per l’ennesima volta il teatro canzone di Gaber, al quale Caparezza ha più volte affermato di rifarsi. Nel corso della serata oltre a vari estratti dall’ultimo album come “Teste Di Modì” o “Comunque Dada”, trovano spazio in scaletta pezzi che mancavano da qualche tempo come “Nessuna Razza” e “Fuori Dal Tunnel”, quest’ultima che sostituisce, dopo tempo immemore, l’immancabile “Vengo Dalla Luna”. Nel mezzo del concerto c’è spazio anche per un momento più intimista con “China Town” che si conclude con una lunga ovazione da parte del pubblico che emoziona anche il buon vecchio Michele. E poi è la volta di “Cover”, pezzo in cui Caparezza veste i panni di un insegnante che istruisce degli alunni di scuola elementare sulle varie copertine degli album nominati all’interno del brano, chiudendo il momento più pacato del concerto con l’emozionante “Eroe”. L’introduzione di “Argenti Vive” ci regala l’ennesima sorpresa: sullo schermo appare il cantante de Il Teatro degli Orrori, Pierpaolo Capovilla, che recita l’introduzione del pezzo che è un estratto dell’VIII canto dell’Inferno dantesco. “Ilaria Condizionata” è preceduta invece da un dialogo tra Caparezza e lo stesso Dante, da Diego Perrone, seconda voce nel tour, in cui i due si trovano a parlare della loro musa ispiratrice, prima di far esplodere il parterre in un devastante pogo senza fine. “Avrai Ragione Tu (Ritratto)” segna la fine della prima parte del set, poco dopo partono i bis con la movimentata “La Fine Di Gaia”.

Il concerto si conclude con “Legalize The Premier” e “Goodbye Malinconia”, pezzo durante il quale vengono lanciati degli enormi palloni gonfiabili verso il pubblico. Forse si poteva fare qualcosa in più mettendo qualche pezzo maggiormente animato verso la fine, in quanto la chiusura risulta essere un po’ sottotono rispetto all’interezza del concerto. In ogni caso usciamo dal palazzetto stanchi, sudati ma contenti, con la convinzione che anche questo tour rappresenta l’ennesima scommessa vinta da parte del cantautore pugliese. Un’esperienza a trecentosessanta gradi più che un semplice concerto. Un’esperienza che non può essere raccontata fino in fondo ma che deve essere vissuto sulla propria pelle almeno una volta nella vita.

Francesco Canalicchio

 

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