BOLOGNA VIOLENTA – Discordia

ETICHETTA | Overdrive Records

GENERE | Sperimentale

ANNO | 2016

Sigle di Telefilm” è l’inizio del viaggio. Metafora quanto mai calzante visto che sulla copertina di Discordia campeggia un epico deragliamento ferroviario. E in questo primo brano è potente la visione di questi due treni, che corrono pacifici sulle proprie tratte fino allo schianto. Schianto che esplode nella composizione con l’ingresso della chitarra. Il mondo di Bologna Violenta si nutre di contrasti, cannibalizza immagini suoni e li riconduce sotto una veste ancora più scioccante. Le sferzate di chitarra ad opera di Nicola Manzan in questo nuovo disco sono sostenute da un approfondito lavoro sulle ritmiche a cura di Alessandro Vagnoni. Finalmente i promoter avranno ragione nello scrivere “i Bologna Violenta”. L’accoppiata è più che mai felice, i brani soprattutto nella loro versione live accentuano il loro spessore “metal”.

C’è una nuova epicità che si alterna alle schegge sonore, tra “I postriboli d’Oriente” e “Binario morto” si sente scorrere la professionalità dei due, il loro gusto per il sound massiccio ma non monotono. Se dal punto di vista musicale c’è più ricchezza, le parole sono quasi del tutto assenti. Eppure Manzan dice che è “un disco bellissimo, ma è molto pop“. Il concetto di pop rimane tutto da indagare e sicuramente ne parleremo alla prossima occasione. Rimane il fatto che canzoni come “I felici animali del circo” e “Colonialismo” sono schiaffi in pieno viso, ne prendi tanti finché non rimani insensibile, ma tranquilli che BV riesce a farti sentire l’ultimo, quello che ti stende. E si va a nero. Rimani con il desiderio di farti bruciare gli occhi dalle immagini e dai suoni.

Amanda