Woodoo Fest 2024: stessa location ma Nova Terra.

Siamo stati alla conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2024 di Woodoo Fest, che ha scelto Nova Terra come tema per questo nono anno.

L’anno scorso abbiamo fatto un tentativo importante di spostare un po’ il festival verso un qualcosa dal respiro più internazionale con il tema del portale che ci ha proiettato in quello che è il concept di quest’anno appunto di una “terra nuova”.


Terra popolata da “creature” provenienti da tutto il mondo: Kenya, Palestina, Nuova Zelanda, Germania, Olanda e non solo, senza dimenticare lo spazio per gli italiani. Il tutto in una location ormai consolidata come quella dell’area feste di Cassano Magnago (VA), di cui gli organizzatori vanno molto orgogliosi.

Da organizzatori è una sfida, data anche la vicinanza con Milano, sia al territorio che alla gente per capire se la risposta è quella giusta: lo stesso festival, con la stessa lineup, in un altro posto riceverebbe un’eco enorme. Quella di farla qui è una scelta, speriamo apprezzata, legata al territorio ed alla volontà di decentramento, non certo da ragioni commerciali. Non è nostro interesse fare l’ennesimo festival “milanese”.


Idea che prosegue nel prezzo, con 3 palchi per circa 10 artisti al giorni con prezzi a partire da 22 euro e la possibilità di ulteriori sconti con l’abbonamento per 2 o più giorni, e con la scelta di coinvolgere altre crew e movimenti locali per tutti gli altri contenuti che contribuiscono al festival: installazioni, talk, podcast, performance artistiche e tanto altro. Una sorta di vetrina per il meglio che la provincia ha da offrire dal punto di vista alternativo.

Proprio sull’aspetto extra musicale i ragazzi de Le Officine, l’associazione motore trainante del festival, pongono particolare attenzione.

Ci stiamo molto spostando dall’idea canonica del festival dove si va a ballare. Siamo da un’altra parte e ci stiamo sempre più spostando verso l’esperienza. La musica resta il vettore principale, ma non vogliamo essere una rassegna musicale.


Impegno sul territorio insomma come punto fondamentale del Woodoo Fest, sottolineato anche dagli eventi invernali di Woodoo Lab con i quali dare continuità al progetto del festival ma anche alla presenza sul territorio.

Detto dell’impatto a livello locale, la musica però rimane il cuore pulsante del festival. L’impegno, dopo lo scorso anno, è stato quello di portare una proposta ancora più internazionale, pur con artisti di maggiori richiamo a livello provinciale come Dargen D’Amico.

La line up è però pensata per essere appunto una parte del festival e non l’unico motivo di attrazione: sono stati scelti artisti che piacessero innanzitutto agli organizzatori ma che potessero incontrare il gusto di tutti i visitatori del festival, anche con il rischio, calcolato anzi voluto, che il “palinsesto musicale” passi in secondo piano.

Abbiamo cercato di dare al giovedì un taglio un po’ più pop con Dargen D’Amico e Okgiorgio, che è una nuova promessa della scena pop indie che ha avuto una crescita esponenziale gigantesca. Oltre a Nikolaj Serjotti che è un’artista della provincia molto bravo.

Venerdì e sabato invece più elettronici, con ad esempio la dj palestinese Sama’ Abdulhadi venerdì e Caos in the CBD o Logic1000 il sabato. Anche se la vera punta di diamante del festival è Kabeaushè, primo artista che abbiamo confermato per questa line up di cui ci siamo innamorati al primo ascolto, oltre che per la sua estetica pazzesca.

Domenica invece a differenza dello scorso anno l’abbiamo voluta dedicare molto più alla musica live, molto più ai concerti, infatti non c’è neanche un dj. Ci sarà Venerus come main artist che è di casa qui al Woodoo e con cui ci siamo visti crescere a vicenda, oltre a Selton e Yin Yin. E teniamo particolarmente anche a Il Mago del Gelato, band italiana che sta andando però molto forte all’estero.


Un progetto quindi che vuole legare la provincia più pura con le sue eccellenze a quanto di più internazionale il mondo musicale possa offrire.

Tra i piani di sviluppo del festival confermato anche il campeggio, per fornire una situazione ancora più immersiva e che consenta di vivere i giorni del festival in un ambiente sicuro, creativo, dinamico e accogliente, con diversi ospiti anche dall’estero.

Così come rimane l’impegno ambientale, con i bicchieri non più usa e getta, evitando anche l’effetto cimitero delle birre a palco esaurito, e la disponibilità gratuita dell’acqua, sia all’interno dell’area feste che in quella adibita al campeggio.

Un festival con le idee chiare, sul presente e sul futuro, che sa da dove arriva e dove vorrebbe arrivare:

Quando abbiamo iniziato a fare Woodoo 10 anni fa facevamo le serata a tema per genere musicale, prima potevi pensare di fare un festival con questa formula per diversi anni. Oggi i tempi sono più veloci, quella che era la musica indie che noi cavalcavamo perché alternativa è diventata pop….che non è quello che ci interessa essere.
Abbiamo sempre anticipato i tempi e la nostra mission è proprio di far vedere al festival quello che poi funzionerà dopo: non è un caso che molti passati da noi siano poi poco dopo arrivati a Sanremo o a San Siro.
Quindi abbiamo deciso di spostarci sulla musica elettronica, cosa non facile in provincia, quindi abbiamo deciso accompagnare il nostro pubblico passando attraverso il portale dell’anno scorso per arrivare alla Nova Terra di quest’anno. Anche gli allestimenti rifletteranno l’idea di questo mondo alieno, con le forme sferiche e tonde a richiamare proprio le immagini proiettate da un pianeta. 


Un concept quello del nuovo mondo che permette grande libertà di espressione, una scatola vuota che può essere riempita e popolata a piacimento, anche nel corso di più anni…salvo l’emergere di nuove idee o di altri nuovi mondi da esplorare.

Per scoprirlo possiamo solo aspettare la prossima edizione (che si annuncia memorabile in quanto decima), ma nel frattempo vi consigliamo di scoprire ed esplorare questa Nova Terra da giovedì 18 a domenica 21 luglio.


ali

Nato a Sesto San Giovanni ma con sangue 100% "made in sud" nella settimana in cui primeggiava in classifica "Carletto" di Corrado. Suonava benino il pianoforte, ora malissimo la chitarra Cresciuto a Battisti, Battiato e Renato Zero, sviluppa una passione per i cantautori che ancora lo accompagna. Al liceo scopre il punk e lo ska e abbandona un'adolescenza tamarra, il passaggio al rock è una normale evoluzione. Spotify gli spalanca le porte dell'Indie, parola che in ogni caso odia.

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