Si può mescolare la musica classica con l’elettronica? Per i feticisti dell’uno o dell’altro genere potrebbe sembrare un sacrilegio. Ma ieri sera al Carroponte, Dario Faini, in arte Dardust, ha creato il connubio perfetto per unire due frange così estreme mettendo d’accordo tutti.
Il Tour STORM AND DRUGS, è finalmente arrivato anche a Milano dopo la riprogrammazione per pandemia nel 2020.
Il live, il cui nome si ispira alla famosa corrente tedesca settecentesca Sturm Und Drang, rappresenta proprio l’unione tra il classicismo più razionale e l’irrazionalità elettronica, a volte anche gotica.
Il concerto diviso in due parti porta lo spettatore in un viaggio sonoro che passa dalla fase STORM, più minimal e strutturata, gradualmente verso la fase DRUGS che abbraccia un’elettronica potente ed estrema, strizzando l’occhio ad artisti come Chemical Brothers, Motor, Woodkid.
Ma è difficile trovare un paragone con Dardust perché la mescolanza di generi e contaminazioni è talmente fitta che lui ne ha fatto un meltin pot perfetto e autentico.
Dopo un’introduzione con la Sinfonia in B Flat di Haydn, Dario esordisce con Without You e S.A.D., un’apertura malinconica quasi ad entrare in punta di piedi nelle nostre vite a digiuno forzato da concerti. Un regalo molto intimo che ci accoglie dentro il suo mondo in maniera molto pacata.
Si prosegue con Prisma e qui Dario, dopo il primo minuto al piano, si alza regalandoci un’esibizione con arpa laser, uno strumento futuristico posizionato proprio al centro del palco, che va ad unirsi sorprendentemente col suono del suo pianoforte.
Ma il pianoforte non lo abbandona mai completamente.
Su Ruckenfigur il pubblico è più sciolto, sebbene obbligatoriamente seduto, ma la voglia di tenere il tempo con le mani è incontenibile.
Così inizia un’interazione quasi timida che rinasce proprio con Birth dove tutti accendono la torcia del proprio cellulare creando un’atmosfera notturna e magica.
Ma ecco che si avvicina il secondo atto.
Un Rondò Veneziano riecheggia dopo Sturm I e II, ma nonostante questo richiamo barocco, l’atmosfera si è fatta decisamente elettrica e più energica tra synth, sequencer e drum pad.
Arriva Bardaggin che con i suoi tamburi conferma le origini ascolane dell’artista, mostrate anche nel gran finale di Sanremo 2021 insieme ai tamburini della Quintana di Ascoli Piceno.
Con The Wolf continua il viaggio sonoro ma anche scenografico dove il video di un lupo che corre si trasforma alla velocità del suono con impulsi e colori, sembra quasi di correre insieme a lui!
E la scenografia, che diventa anche coreografia del live, scandisce il ritmo e si evolve in questo spettacolo che è un crossover imprevedibile che comprende fulmini e saette ed effetti speciali come a seguire le note.
Il pubblico è ormai energizzato da questa atmosfera dance allo stato puro, c’è tanta voglia di ballare ed è proprio Dario che invita la gente a muoversi, anche se sul posto, e The Never Ending Road viene così scandita al battito delle mani.
Siamo al finale (un gran finale!) che con Butterflies fa esplodere coriandoli veri e farfalle sul led, rompendo con mille colori le immagini che da cupe raggiungono ora la luce. Sembra proprio di essere in grande una festa, un evento che ci mancava e che ci fa anche commuovere dalla gioia.
Sublime , Storm And Drugs e Beautiful Solitude chiudono questo live senza fine, sì perchè Dario non ha fatto una pausa tra un pezzo e l’altro. Tutto si è susseguito in manera esemplare trasportandoci con lui in questo percorso incantato fino al pugno chiuso controluce e un gong pronto a suonare per decretare l’epilogo.
Dario Faini è un’artista di altissimo livello, vanta decine di produzioni discografiche ( Levante, Jovanotti, Mahmood, Thegiornalisti, Elodie, Madame, solo per citarne alcuni ma l’elenco è infinito) e collaborazioni (es. Ermal Meta, Diego Mancino).
Nonostante ciò, è disponibile a incontrare il suo pubblico dopo il live e, credetemi, non è così scontato.
Tant’è che in maniera molto candida ci saluta a fine concerto invitando chi voleva a ritrovarlo al merchandising per un saluto. Ne ho approfittato così per scambiare due parole veloci provando tanta ammirazione per questo genio così umano!
Ecco la SETLIST del concerto:
- Haydn – Symphony In B Flat
- Without You
- A.D.
- Prisma
- Lost & Found
- Sunset On M.
- Birth
- Enjoy The Light
- Sturm I
- Sturm II + Rondò Veneziano
- Bardaggin
- The Wolf + Piano Solo
- The Neverending Road
- Butterflies
- Sublime
- Storm And Drugs
- Beautiful Solitude
- Haydn – Symphony in B Flat
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Dj meglio conosciuta come Freeangel e meglio riconosciuta dal suo cappello!!
Collezionista di vinili (o ‘feticista musicale’ direbbe Nick Hornby), devota dei Depeche Mode e seguace di Apparat, passando attraverso l’hammond di Tori Amos e le chitarre distorte di Anna Calvi.
Appassionata di musica francese e rimasugli sonori senza tempo dove passato e futuro si fondono