Avevamo incontrato Clio and Maurice prima dello scorso lockdown e li ritroviamo ora, anche se solo virtualmente, con Fragile, il loro debut EP.
Un disco che conferma le buone impressioni che avevamo avuto ascoltando Lost, il primo singolo che aveva anticipato questo primo lavoro in studio della coppia.
Rispetto ad allora l’EP restituisce forse una maggior completezza al progetto, legando i brani con quel senso di fragilità espresso nel titolo dell’EP.
Fragilità espressa musicalmente con atmosfere molto diverse da un brano all’altro nonostante nell’insieme l’album risulti organico, grazie alle peculiarità del duo presenti in tutti e sei i brani.
Protagonista è sempre la bellissima voce di Clio che trova il suo habitat naturale negli archi e negli effetti studiati da Maurice che sanno esaltare la parte vocale più seguendola e lasciandola libera che non indirizzandola.
Fragile è punto di partenza sicuramente interessante per un progetto che, partendo solo da voce e violino, dimostra di poter costruire un universo musicale decisamente variegato e affascinante.

Nato a Sesto San Giovanni ma con sangue 100% “made in sud” nella settimana in cui primeggiava in classifica “Carletto” di Corrado. Suonava benino il pianoforte, ora malissimo la chitarra
Cresciuto a Battisti, Battiato e Renato Zero, sviluppa una passione per i cantautori che ancora lo accompagna.
Al liceo scopre il punk e lo ska e abbandona un’adolescenza tamarra, il passaggio al rock è una normale evoluzione. Spotify gli spalanca le porte dell’Indie, parola che in ogni caso odia.