Nemo propheta in patria dicevano i latini: evidentemente non erano sabato scorso ai Magazzini Generali di Milano per il live di Venerus.
L’artista milanese infatti, per l’occasione con orchestra al seguito, ha fatto registrare il soldout nella storica location meneghina chiudendo così alla grande un anno per lui eccezionale.
Del suo talento avevamo avuto un assaggio in quell’abbuffata musicale pantagruelica che è il MIAMI per poi ritrovarlo come “contorno” ad artisti più quotati al Woodoo Fest.
VenerAi Magazzini però Venerus ha dimostrato di poter essere la portata principale di una serata che lo ha visto come sempre spaziare tra pianoforte, chitarra e anche console.
Un live partecipato, in cui Venerus parla poco e suona molto, mischiando come sempre suoni elettronici a suoni più soul più caldi, qui al loro meglio grazie alla presenza dei fiati.
Uno spettacolo che ha visto forse, grazie appunto ai vari musicisti presenti, esprimere tutte le potenzialità dell’artista il cui unico limite creativo sembra a volte proprio solo quello della strumentazione a disposizione.
E in un’occasione del genere non potevano mancare gli ospiti, chiamati a impreziosire una serata già unica: Franco126, Gemitaiz e MadMan hanno infatti duettato con Venerus sui brani che già li avevano visti collaborare ovvero Senza di me e Che ore sono.
C’è spazio anche per un momento di dj set prima del gran finale di una serata che ha sicuramente soddisfatto tutti i presenti e confermato la curiosità per un artista da tenere d’occhio per i prossimi anni.
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Nell’attesa della nuova musica però il Metamorfosi Tour non è ancora concluso e vi consigliamo quindi di approfittare dei prossimi appuntamenti:
06/12 – Torino @ Hiroshima Mon Amour
07/12 – Roma @ Auditorium Parco della Music (w/His Orchestra)
14/12 – Livorno @ The Cage
21/12 – Avellino @ Tilt
22/12 – Bari @ Anche Cinema
04/01 – Catania @ ECS Dogana
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Nato a Sesto San Giovanni ma con sangue 100% “made in sud” nella settimana in cui primeggiava in classifica “Carletto” di Corrado. Suonava benino il pianoforte, ora malissimo la chitarra
Cresciuto a Battisti, Battiato e Renato Zero, sviluppa una passione per i cantautori che ancora lo accompagna.
Al liceo scopre il punk e lo ska e abbandona un’adolescenza tamarra, il passaggio al rock è una normale evoluzione. Spotify gli spalanca le porte dell’Indie, parola che in ogni caso odia.